LIBRI DA NASCONDERE
Nelle generazioni passate, c’erano libri che gli adulti tenevano nascosti ai bambini e agli adolescenti, sebbene non avessero contenuti considerati strettamente “proibiti” per la loro epoca: sessuali, o antireligiosi, o sovversivi. Semplicemente, erano considerate letture “facili”, di basso livello, per come erano scritti e/o per lo spessore generale delle storie. Erano i cosiddetti “romanzi popolari” sia rosa che d’avventure, polizieschi o del terrore. Successivamente alla categoria vennero aggiunti anche i fumetti e i fotoromanzi. “Un mucchio di sciocchezze” era il commento generico. I giovani, dal canto loro, continuavano imperturbati in quelle letture, grazie a mille stratagemmi, come i prestiti clandestini dai compagni di classe, o lo scardinamento di stipi chiusi a chiave dai genitori. Il gusto del proibito, poi, finiva per renderle le più gustose e indimenticabili di tutta la vita per molti di quelli a cui erano state proibite. Tra cui io.
Ecco, nel leggere questo libro, anch’io ho pensato che era meglio seppellirlo in giardino, per non farlo vedere in giro. A chi ha pochissimo tempo per leggere, per esempio, e non merita di sprecarlo su un libro come questo. Ai giovanissimi, che si stanno innamorando della lettura, che non gli dovesse venire l’idea che questo è un bel libro.
Tra castelli diroccati nella brughiera, coppie di gemelle perdute, amori contro natura, trovatelli questo libro è un pasticcio terribile di tutti i peggiori luoghi comuni del romanzaccio ottocentesco. La trama è sgangherata e piena di fili mal cuciti. La psicologia dei personaggi ha la profondità dell’etichetta di una scatola di pelati.
L’autrice si richiama apertamente a una certa letteratura gotica ottocentesca, e cita spesso le sorelle Bronte, Jane Austen, George Eliot, senza raggiungerne neanche lontanamente la potenza emotiva. Né potrebbe essere altrimenti, perchè ogni epoca ha i suoi modi di narrare, e strapparli dalle loro antiche aiuole per piantarli sui propri moderni balconi è sempre un’operazione dubbia.
Se non avete mai letto “ Cime tempestose”, “Orgoglio e pregiudizio” o “Middlemarch”, leggete quelli, che sono cento volte più belli.
Se poi ci tenete proprio, allora leggete anche voi questo polpettone. Almeno, non ci impiegherete molto.
Io, ci ho fatto le cinque di mattina, senza riuscire a metterlo giù.
Marta Baiocchi |
Descrizione |
Margaret Lea è una giovane libraia antiquaria che negli anni trascorsi con il padre tra pagine immortali e volumi sepolti dall'oblio, ha coltivato una quieta passione per le biografie letterarie in cui di tanto in tanto si cimenta. La sua prevedibile esistenza viene sconvolta un giorno da una lettera tanto enigmatica quanto perentoria: "L'ora ègiunta. Venga lunedì con il treno delle quattro e mezzo. Manderò una macchina a prenderla alla stazione di Harrogate. Vida Winter". E' questo l'invito con cui Vida Winter, sfuggente e carismatica scrittrice alla fine dei suoi giorni, informa Margaret della sua investitura a propria biografa ufficiale. Dopo mille esitazioni - perché proprio lei? sarà all'altezza delle aspettative di una delle più grandi scrittrici viventi? - la giovane parte alla volta dell'isolata magione dell'anziana autrice, nelle campagne dello Yorkshire.
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