ELISABETTA I: IL CARATTERE, IL CARISMA, IL POTERE
Maestoso, possente, di grande forza visiva, sontuoso nelle scenografie e nei costumi, imponente, teatrale: così il film “Elizabeth – the Golden Age” di Shekar Kapur. E poi c’è lei, Cate Blanchett, ancora una volta nei panni della grande regina. Distante e lunare, magnifica e terribile, divina e umana, energica e disperata: una donna immensa, potente e sola.
Il film, un affresco storico ben costruito tra luci e ombre di un grande regno, è il ritratto superbo della Regina Vergine, un’icona storica amata e temuta, qui vista nelle varie sfaccettature della sua personalità complessa. Sullo sfondo il cattolicissimo Filippo II di Spagna e la sua Invincibile Armada, ma anche la fiera Maria Stuarda che cospira per far cadere la cugina; difficile dimenticare poi l’infanta Isabella, silenziosa e inquietante con la sua bambola fatta a immagine e somiglianza dell’odiata regina.
Intrighi, potere, ambizioni, guerre sante ruotano intorno a una grande storia d’amore, una passione conflittuale che ci restituisce l’immagine femminile di Elizabeth. Sarà l’unica debolezza, il solo spiraglio che ci farà intravedere la sua anima: piccole fragilità, nascoste paure appena accennate e subito soffocate.
Le responsabilità di una corona, di doveri politici, il peso di governare una nazione in un momento difficile, l’impegno di fronteggiare una guerra dagli esiti improbabili obbligano alla rinuncia sentimentale, al sacrificio di se stessa. La scelta di donarsi totalmente al suo popolo ci riporta l’immagine della donna forte e padrona del proprio destino, la regina guerriera, volitiva e coraggiosa che vincerà l’impossibile. Elizabeth la gloriosa, Elizabeth l’immortale: una grande sovrana che farà grande l’Inghilterra. Con lei si aprirà un lungo periodo di splendore e di pace.
Superfluo sottolineare la bravura straordinaria della Blanchett, la sua sola presenza illumina e buca lo schermo. Convincenti Clive Owen nei panni dell’avventuriero Sir Walter Raleigh, l’amante storico della sovrana, Goeffrey Rush in quelli del consigliere Sir Francis Walsingham, e Samantha Marton, Maria Stuarda.
Il regista indiano Kapur dopo il suo primo film “Elizabeth” ci propone il sequel o meglio un secondo capitolo all’altezza se non più incisivo. Il dramma storico elisabettiano ha aperto la rassegna Premiere alla Festa del Cinema di Roma.
Ester Carbone
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