Il circolo dante
L'autore di questo giallo interessante è giovane, ha appena 26 anni, ma è laureato in letteratura americana ed è un esperto dantista, e si vede.
Siamo a Boston nel 1865, la guerra civile è appena terminata, gli stati del Nord si confrontano con la realtà della convivenza con gli schiavi liberati, si guarda con diffidenza ai nuovi immigrati dal vecchio mondo e l’ambiente culturale è diviso tra i fautori di una letteratura di carattere nazionale e quelli che vorrebbero prendere la letteratura europea come modello da imitare.
Siamo a Boston nel 1865, ma potrebbe essere la fine della guerra del Vietnam o di quella in Iraq. Giovani uomini pieni di amor di patria partono per difendere un ideale e quando tornano hanno visto troppo orrore e provato troppo dolore per continuare a vivere come prima, a far finta che niente sia accaduto, mentre chi è rimasto ora vuole soltanto dimenticare e andare avanti, a costo di dimenticarsi anche di loro.
Un giudice viene ucciso e il suo cadavere viene ritrovato nudo con le ferite brulicanti di larve bianche. Poi è la volta di un reverendo interrato a testa in giù con le piante dei piedi in fiamme. I membri del Circolo Dante, un gruppo di studiosi che fa capo al poeta Longfellow che sta lavorando alla traduzione in inglese della Divina Commedia si mettono in allarme, riconoscendo nei crimini efferrati un piano che ricalca le punizioni ideate da Dante per i dannati dell'Inferno, e, riluttanti ma risoluti, cominciano ad indagare.
Ritroviamo dunque come protagonisti di questa caccia al seria killer i più famosi poeti della letteratura americana della fine dell'800: Longfellow, Lowell, il medico poeta Holmes e l’editore Fields, decisi a fermare questi abominevoli delitti insieme ad un poliziotto mulatto, il primo a Boston, che deve affrontare oltre alle difficoltà del mestiere anche gli ostacoli del pregiudizio razziale.
Anche se sono già stati fatti esperimenti del genere , con personaggi storici famosissimi coinvolti come protagonisti in storie noir (si pensi a Dark Matter di Kerr), l'insieme poteva risultare poco credibile, invece Pearl riesce a rendere i suoi personaggi, reali e inventati, verosimili e a dare al romanzo una connotazione originale e forte ricreando l’atmosfera di un’epoca colma di diffidenza verso le suggestioni straniere e i cambiamenti inelluttabili portati dal progresso.
La storia, all'inizio molto complessa, si dipana come un meccanismo perfetto in questo noir originale che oltre ad essere un divertissement letterario fa riflettere sulla validità di certi ideali accettati senza critiche, su una xenofobia che ancora ammala l'uomo spaventato da tutto ciò che appare diverso e sconosciuto, ma non lo è affatto.
Su tutto primeggia con forza la figura di Dante, del suo pensiero, delle sue parole che ancora oggi con forzo sanno esprimere l'essenza dell'animo umano, nel bene e nel male e il romanzo si anima particolarmente proprio nei punti in cui l'Inferno viene commentato.
Che dire, non è il capolavoro del secolo, a volte rimane un po' farraginoso ma si fa leggere, la trama incuriosisce e personaggi e tematiche sono coinvolgenti. Piacevole.
Sonia Conversi |