COLLETTIVA D'ECCEZIONE DAI DEPOSIT
II Museo d'Arte contemporanea, il MACRO, espone una ricchissima selezione, attinta dai depositi delle sue acquisizioni, che racconta dagli anni '60 ad oggi il percorso creativo, le correnti, le tendenze per gran parte di artisti italiani con notevoli inserimenti di pochi artisti stranieri. Impossibile citarli, né elencarli e tantomeno analizzarli tutti criticamente. Dalla pop-art alla op-art, all'astratto, all'informale, allo strutturalismo e così via, ci soffermeremo solo su alcune testimonianze "eccellenti". Di Renato Mambor nel suo "Tappezzamento a pezzi" (1993) ci suggeriscono prospettive aeree, policromie a tasselli che fuggono all'orizzonte, così Carmen Gloria Morales nel "Bleu su bianco" (1968) assolutizza un elemento ondulare su due orizzontali calibrate e un arioso bianco. Il trittico di Licia Galizia "Percorso nel bleu" (1998) dispone eleganti prospettive immaginarie con punti di fuga ora convergenti ora divergenti. Contrasta con tanta assoluta linearità l'intrico venoso, gioioso e dolente d'una carnale vegetazione nella "Sfera dei sentimenti dispiegata" (1997) di Echaurren. E ancora, tre grandi pannelli di Titina Maselli tra cui spicca il contrasto in arancio e turchese di giganteschi pneumatici sull'asfalto nero in "Camion" (1960); Ceroli con le sue ritmate sagome di "Miss Goldfinger", silhouette della Venere botticelliana verniciata d'oro. Altrove Tommaso Cascella nel grande pannello "II sonno delle cose" (1999) ci riporta alla migliore stagione del nostro astrattismo componendo un attento spartito di grigi, bianchi, ocre, percorso da taglienti vibrazioni nere. E i frammenti ricamati, quasi pagine ingiallite d'antichi manoscritti nel "Misurare l'infinito" di Maria Lai, le ceramiche dipinte di Giosetta Fioroni. Fino alle nostalgie surrealiste di Lino Frongia, Paola Gandolfi, Salvatore Pulvirenti, che rinnovano un periodo che con de Chirico, Carrà, Savinio, fu uno dei più ricchi e fervidi della nostra pittura.
Luigi M. Bruno |