Mediterranea

UN FIORE BIANCO IN MEZZO A UN CAMPO ROSSO

Il regista cinese Zhang Yuan, sulla scia dello scrittore dissidente Wang Shuo dal cui romanzo ha tratto spunto per “La guerra dei fiori rossi”, confeziona un film dal taglio delicato e forte allo stesso tempo. Sotto analisi la prima infanzia fotografata in un asilo dove sin dal principio si formano le relazioni di potere che segneranno e caratterizzeranno l’individuo come tale: in bene se consapevole del suo essere sicuro di sé in mezzo agli altri; in male se, all’opposto, lo relegheranno come un numero anonimo e oscuro perso nella collettività. Insomma un atto d’accusa che Zhang Yuan fa contro l’omologazione tanto cara alla sua terra quanto odiata dal regista.
Qiang è un bambino di quattro anni che vive a Pechino; sono passati alcuni anni dalla Rivoluzione e il clima che si respira non è certo ideale. Il piccolo frequenta un asilo e la classe è guidata da due maestre, la severissima signorina Li e la sua assistente signorina Tang che invece è gentile e meno rigida. Qiang ha una sua personalità e una mente sveglia, rispetto agli altri bambini è un piccolo ribelle e non si adatta alla vita collettiva e alle regole. Lì tutto è organizzato e pianificato in ogni minimo dettaglio e per Qiang adeguarsi è molto difficile. Egli diventa così l’incubo delle maestre, ma al tempo stesso anche loro sono un incubo per lui. Il bambino fa la pipì a letto, fa il prepotente con i più piccoli, specialmente con le femmine che ben presto scoprirà essere diverse dai maschi. Qiang però, seguendo le direttive della sua mente, fa degli anni dell’asilo il suo apprendistato di piccolo ribelle controcorrente. In quell’asilo ai bambini che si comportano bene vengono assegnati dei fiori rossi e Qiang ne vorrebbe tanto uno. I fiorellini rossi sono premi simbolici per chi si attiene alle regole e non alza la testa, ma alla prima infrazione vengono sottratti a mo’ di castigo. È chiaro che qui l’asilo è una metafora dell’omologazione e dell’appiattimento mentale dove l’essere umano si annulla fagocitato dal gruppo, mentre il piccolo Qiang si erge a simbolo dell’individualismo contro lo strapotere e la noia della collettività. Film coraggioso e dissidente dalla cultura corrente cinese, un piccolo gioiello da non sottovalutare.

Ester Carbone

La guerra dei fiori rossi

 
Titolo originale
Kan Shang Qu Hen Mei
Nazione
Cina, Italia, 2006
Genere
Drammatico
Durata
92 minuti
Regia
Zhang Yuan
Cast
Dong Bowen, Ning Yuanyuan, Chen Manyuan, Zhao Rui, Li Xiaofeng
web

http://www.laguerradeifiorirossi.it/

Trama: Affidato all'educazione ed ai rigori di un asilo nido a tempo pieno, Qiang, un bambino di appena due anni si rivelava subito il più irrequieto tra i piccoli ospiti dell'asilo, facendo dispetti a tutti i bambini più piccoli, la pipì a letto, ... L'unica cosa chiara era che Qiang di obbedire proprio non ne voleva sapere e sin da allora emergeva la sua indole ribelle...

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