Mediterranea

La disfatta della CIA

La CIA, Central Intelligence Agency statunitense, si disputa, nell’immaginario collettivo, la nomea della più grande e potente forza di spionaggio del mondo, con il Mossad israeliano e il vecchio KGB dell’allora Unione Sovietica.
Film e telefilm, o fiction come si chiamano adesso, sulla CIA si sprecano. Le spie sono, di volta in volta, eleganti, intriganti, viscide, spietate, eroiche, vendute ma sempre al corrente di tutto quello che succede nel mondo.
La CIA che ci racconta Baer, che è stato un agente dell’Agenzia per più di vent’anni, è invece un apparato burocratizzato, più simile ad un italico ministero che ad una segretissima struttura di spionaggio.
Nel suo libro romanzo-biografia-denuncia, Baer ripercorre circa 4 lustri della sua vita e della storia della CIA, dal suo reclutamento, l’addestramento, le prime missioni in medio oriente, i primi scontri con la burocrazia, le dimissioni.
Degna di nota la prima parte, quella della nascita del Baer spia, che studia materie quali armi, esplosivi, lingue, sistemi di decrittazione, modalità di intrusione e ricatto, occultamento, ecc.
Poi, con le prime missioni, soprattutto in medio oriente, tratteggia come la cia, ed gli operativi dell’epoca (sono gli anni ‘70), approcciavano i supposti nemici della democrazia.
Quindi i capitoli più d’attualità, nei quali Baer racconta il suo operare tra Siria, Iran ed Iraq e di come abbia partecipato ad un piano per destabilizzare e detronizzare Saddam Hussein (in tempi non sospetti) e di come la Cia gli abbia voltato le spalle.
Ed, infine, il ritorno in patria, la scoperta dei reali cambiamenti della politica e dell’organizzazione dell’Agenzia, la presa di coscienza di essere parte di una razza ormai totalmente estinta.
Affascinante e coinvolgente come un romanzo di avventure, inquietante come un’inchiesta di denuncia, Baer ci propone l’attuale faccia della CIA: imbelle, inutile apparato succhiasoldi, con agenti operativi resi inoffensivi da direttori politicizzati e politically correct, assolutamente incapace di prevedere e prevenire attacchi terroristici di nessun tipo.
Sicuramente la CIA necessitava di una seria revisione. Il terzo millennio non poteva veder operare una struttura come quella del Baer giovane recluta, che, durante la guerra fredda, perpetrava omicidi politici e fomentava rivoluzioni e colpi di stato.
Ma è altrettanto inquietante che, la più grande potenza economico-militare del mondo, spenda miliardi di euro per mantenete una struttura parastatale non in grado di dare informazioni reali sulle situazioni geopolitiche all’uomo che, col il proprio volere, può scatenare guerre, morte e distruzione come un antico faraone: il Presidente degli Stati Uniti d’America

Ruggero Signoretti

La disfatta della CIA

Titolo
La disfatta della CIA
Autore
Robert Baer
Edizioni
Piemme, Milano, 2005
Pagine
336 pagine
ISBN
8838485585
Prezzo
€5,90
Descrizione
L'11 settembre 2001 il mondo ha assistito alle spaventose conseguenze del fallimento dell'intelligence americana nella lotta al terrorismo. L'opinione pubblica si è domandata come un complotto ordito in tempi lunghi e con un coordinamento internazionale tanto vasto fosse potuto sfuggire al controllo della Cia. Robert Baer non è rimasto affatto sorpreso. Veterano con 21 anni di servizio, ha trascorso la sua carriera a caccia di terroristi nelle zone più "calde" del pianeta. Ma mentre rischiava la vita raccogliendo informazioni ha visto la Cia, intrappolata sempre più nelle trame di Washington, ridurre le operazioni all'estero, negare alle sue sedi funzionari in grado di capire la lingua degli "avversari", togliere lo sguardo dall'azione dei fondamentalisti.

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