Promuovere la conoscenza della lingua italiana e dello stile italiano, si può realizzare in diverse modalità, ma sicuramente è attraverso il potenziamento del segnale radio-televisivo ed offrirlo gratuitamente, può dare dei risultati confortanti, senza impegnarsi in trattati di cooperazione. Un impegno da prendere non solo verso i paesi che hanno una consolidata presenza di comunità italiane, ma soprattutto nei riguardi di quei paesi del Corno d’Africa (Etiopia, Eritrea e Somalia) e del nord-Africa, trasformando un ambiguo legame coloniale in uno prospero. L’impegno diplomatico nelle aree come il Medio-Oriente (Israele, Palestina e Libano), oltre all’Iran, l’Iraq e l’Afganistan, può essere rafforzato dalle trasmissioni radio-televisive, come incrementare lo scambio economico e la presenza turistica di nazioni che stanno ottenendo risultati nella crescita come la Corea del Sud, l’India e la Cina. Aree geografiche in conflitto, ma anche potenziali partner economici e turistici. Svolgendo non solo un compito di diffusione della lingua italiana, ma proponendo un mondo in pace, una terra dove i popoli possono risolvere i conflitti in un modo diverso da quello che comporta le armi e offrire argomenti per visitare l’Italia.
"Il reclutamento dei docenti che insegnano lingua italiana all’estero deve avvenire sulla base di criteri uniformi, gli istituti italiani di cultura nel mondo devono accogliere stagisti e tirocinanti specializzati in discipline relative la promozione e l’insegnamento linguistico-culturale, è necessario rimuovere ostacoli normativi ed amministrativi che impediscono il rilascio di visti per l’Italia a studenti dei Corsi di lingua e cultura italiana". Sono alcune delle proposte operative finalizzate al sostegno della promozione e diffusione della lingua e cultura italiana, previste nel "Documento di Perugia per gli Istituti Italiani di Cultura", approvato a conclusione della Conferenza per i Direttori degli Istituti Italiani di Cultura, tenutasi a Perugia, dal 30 giugno al 2 luglio 2006, presso l’Università per Stranieri ed avente come tema "L’italiano nella globalizzazione: prospettive, progetti, risorse". Il tema imposto dalle grandi sfide dell’internazionalizzazione ha trovato l’attenzione dei Direttori degli Istituti, che però più volte nel corso dell’incontro hanno reclamato un maggiore coinvolgimento ai lavori attraverso un dibattito, che avrebbe potuto consentirgli di illustrare lo stato di salute di ogni Istituto, elencare problemi e possibili soluzioni da intraprendere. "Quello che chiediamo – è stato sottolineato da Direttore di Sofia, Umberto Rinaldi – è una strategia realistica e concreta. Non abbiamo libri, spesso non abbiamo i locali dove fare i corsi, non riusciamo a dare borse di studio agli studenti soprattutto delle aree più svantaggiate, i quali si ritrovano a venire in Italia per frequentare le Università per Stranieri con pochi euro in tasca". "Inviateci insegnanti qualificati e lettori preparati. – è stata la richiesta del Direttore di Jakarta, Ostelio Remi - Rivolgete più attenzione agli Istituti di Cultura, sentiamo solo buone intenzioni ma non c’è mai una continuità".
Tanti i problemi a cui i Direttori devono far fronte ogni giorno, dalle scarse risorse a disposizione, al reclutamento di qualificati docenti, ad un inesistente collegamento e coordinamento con Enti ed istituzioni italiane presenti sul territorio, ad uno scarso rapporto tra cultura ed impresa italiana. Fondamentale invece una maggiore incisività a cui si aggiunge un’importante attività di promozione di eventi ed iniziative possibili attraverso la stampa, soprattutto locale, così da fare "sistema" evitando che possa scomparire il senso di appartenenza alla nostra cultura. Analisi e proposte relative alla diversa situazione presente nelle aree geografiche in cui operano gli Istituti sono state racchiuse nelle sintesi dei gruppi di lavoro divisi per area geo-politica, Asia Orientale, Mediterraneo e Medio Oriente, Europa Centro Orientale ed America Latina, durante la seconda giornata di lavori. Le strategie per rilanciare l’attività di promozione della lingua e cultura italiana e per un suo nuovo ruolo nel mondo globalizzato, sono state indicate in un documento finale che pone come priorità una maggiore formazione dei docenti, che devono avere più specifiche competenze professionali ed adeguati titoli scientifici, come la laurea o la specializzazione in insegnamento dell’italiano. A questo si aggiunge l’aggiornamento dei docenti nel quadro di un rapporto di collaborazione sempre più stretto tra Ministero Affari Esteri, direzione generale per la promozione e cooperazione culturale e le università per Stranieri. Necessario ripensare anche a strategie di finanziamento degli IIC, aprendosi a forme innovative di collaborazione sinergica, rilanciare una politica di borse di studio a sostegno dei corsi di lingua e cultura italiana, soprattutto a favore dei paesi in maggiore difficoltà finanziaria, istituire un fondo di solidarietà tra IIC, ed inoltre che gli operatori degli istituti tengano in considerazione un aggiornamento a livello manageriale e comunicativo. Previsto nel documento anche la necessità di ridistribuire la rete degli istituti di cultura creandone di nuovi in quelle aree geografiche considerati avamposti strategici, rivedere la legge n. 401 del ’90, istitutiva della Commissione nazionale per la Promozione della Cultura italiana all’estero, in modo tale che possa divenire strumento utile alla soluzione dei problemi del settore. La diffusione in modo più capillare dell’italiano passa anche attraverso la revisione e il potenziamento delle modalità di utilizzo di agenzie e mezzi di comunicazione (Rai International, tv locali, radio ed internet), coinvolgendo gli IIC e le università per Stranieri nella produzione di materiale didattico e divulgativo. Infine i partecipanti alla Conferenza auspicano che tra IIC e mondo dell’impresa si creino tavoli di dialogo permanente, al fine di favorire più incisive forme di collaborazione sinergica e realizzare azioni concrete di reciproca utilità, nella prospettiva della costituzione di un sistema integrato di partenariato.
Piuttosto attiva nel settore della promozione della lingua italiana è anche la Dante Alighieri, che organizza eventi ed appuntamenti culturali in ogni parte del mondo tramite le sue numerose sedi. "La Dante Alighieri – ha evidenziato il suo presidente l’Ambasciatore Bruno Bottai – partecipa concretamente all’opera di diffusione della lingua italiana nel mondo, pur tenendo presente la complessità degli scenari e i propri modesti mezzi. Nonostante questo in pochi anni è riuscita ad organizzare molti eventi, tra i quali la mostra della lingua italiana a Firenze che, dopo le tappe estere di Zurigo e Berlino, sarà disponibile per i vari Istituti sparsi nel mondo e ad offrire a tutti i propri Comitati un adeguato livello di insegnamento e di certificazione dell’italiano".
L'italiano comunque fa scuola anche a Bruxelles, come è successo alla Terza giornata della Rete di eccellenza dell'italiano istituzionale (REI), ospitata nei giorni scorsi a Bruxelles dalla Commissione europea.
"Le autorità o altri esponenti di uno Stato membro hanno tutto il diritto di protestare se ritengono che la loro lingua sia stata ingiustamente discriminata. Anche questo è un modo di promuovere l’identità nazionale. Per quanto mi riguarda, tuttavia, trovo molto più interessante e produttivo l’approccio seguito dalla vostra rete di eccellenza: collaborare per garantire un costante ed equilibrato sviluppo della lingua": con queste parole, pronunciate simpaticamente in italiano, il Direttore generale della Traduzione, il finlandese Karl Johan Lönnroth, ha salutato l'avvio dell’incontro a Bruxelles. Tra i temi affrontati da un'affollata riunione di italianisti, giuristi e traduttori, la terminologia dell'economia e della finanza e i problemi legati alla traduzione dei testi legislativi comunitari, complesso sforzo di creare un ponte tra il diritto comunitario e quello nazionale. Più di cento partecipanti hanno seguito le relazioni di rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali ed europee. Nata da un'iniziativa del dipartimento italiano della Direzione generale della Traduzione della Commissione europea, la Rete di eccellenza dell'italiano istituzionale ha rapidamente catalizzato l'attenzione dell'Accademia della Crusca, di Università e istituti impegnati nella promozione dell'italiano nonché di ministeri ed altri organismi direttamente interessati a favorire un continuo e coerente sviluppo della nostra lingua. Tra i primi risultati previsti, la creazione di un sito Internet per mettere in comune le risorse terminologiche e un manuale di stile che serva da guida per quanti operano in questo campo. Nel suo discorso, Lönnroth ha sottolineato il reciproco interesse delle istituzioni nazionali ed europee a collaborare per assicurare la chiarezza della legislazione direttamente applicabile a tutti i cittadini. L'obiettivo della rete non è imbrigliare l'uso creativo della lingua, ma piuttosto indirizzare un armonico sviluppo dell'italiano utilizzato dalle istituzioni per permettergli di resistere meglio all'impatto del Globish. Sull'onda del successo della REI, vari dipartimenti linguistici hanno già manifestato l'intenzione di seguire l'esempio degli italiani.
Potrebbe apparire imbarazzante usare produzioni televisive seriali quali “La Piovra” come grimaldello per esportare la lingua italiano, non certo lo stile, ma se non altro i dialoghi sono facilmente comprensibili.
La Rai, per la promozione culturale, ha un cospicuo archivio di programmi della serie “Grandi Mostre” o sui protagonisti dell’arte contemporanea e i tesori del sottosuolo, spaziando dalle origini al quotidiano. Per arricchire l’ottimo biglietto da visita per comprendere i percorsi artistici e culturali, abbiamo le commedie televisive e radiofoniche, senza contare la produzione di RaiSat, ma la visione è satellitare.
Non può essere solo la Rai a farsi carico di promuovere l’immagine dell’Italia nel Mondo. Un impegno che richiede capacità finanziarie e un capillare diffusione che coinvolge non solo il Ministero degli Affari Esteri, oltre ai diversi istituti di cultura, ma anche i Beni e le Attività Culturali, dello Sviluppo Economico, Commercio Internazionale e quello delle Comunicazioni, oltre all’Istituto per il Commercio con l’Estero.
Non è certo una mostra d’arte contemporanea, poco rappresentativa della realtà artistica italiana, in India o portare in tour Tintoretto e Leonardo a fare dell’Italia un punto di riferimento, ma l’offrire una più ampia visione, anche se solo virtuale, di ciò che è presente. Sarà molto più produttivo mappare la cultura italiana attraverso le realtà territoriali, accantonando i togati personaggi che difficilmente alzano dal loro podio le illustri natiche per una ricerca “stradale” dell’arte.
Clara Salpietro e Gianleonardo Latini