Ad occhi chiusi   

Dopo l’esordio di “Testimone inconsapevole” Carofiglio torna a scrivere dell’avvocato Guido Guerrerieri, alle prese con un’altra storia forte e difficile.
Ad aver bisogno della sua assistenza è stavolta Martina, donna fragile con problemi di anoressia, costretta a fuggire da un compagno violento fisicamente ma soprattutto psicologicamente, nascosto dietro una facciata  di persona perbene.
Carofiglio è bravissimo nel delineare i suoi personaggi anche soltanto in pochi tratti precisi, trascinandoci in questa narrazione claustrofobia che fa sentire al lettore cosa voglia dire trovarsi senza una via di fuga, senza un’altra possibilità.

Ma una possibilità c’è sempre, per quanto dura, ed è quella che scelgono le protagoniste dei romanzi di Carofiglio, donne tenaci nella loro fragilità, che sanno andare controcorrente, come la suora Claudia, istruttrice di arti marziali, che ha imparato a difendersi al prezzo di una disperata solitudine, o come Martina, che nonostante i problemi psicologici e la fragilità emotiva rivendica dignità e rispetto.

La scrittura di Carofiglio è piacevole, elegante ed equilibrata, toccando tutti i registri, dall’orrore all’ironia e “Ad occhi chiusi” si rivela una bella conferma nel panorama letterario italiano.

Sonia Conversi

Ad occhi chiusi

Nelle giornate dell'avvocato Guerrieri, ogni tanto piomba una pratica, di quelle che non portano né soldi né gloria, ma solo nuovi nemici. Lui non riesce a rifiutarla, una specie di molla gli scatta dentro. La nuova pratica di "Ad occhi chiusi" gli prospetta una giovane donna vittima di maltrattamenti che ha avuto il coraggio di denunciare l'ex compagno suo persecutore: nessun avvocato vuol rappresentarla per timore delle persone potenti implicate. E la molla che gliela fa accettare sembra essere la ragazza con un'aura di inquietudine, che una sera si presenta assieme all'amico ispettore di polizia nel suo studio per chiedergli di assumere la difesa della donna tormentata.