Breakfast on Pluto
Sta per uscire finalmente anche in Italia, dopo la presentazione al Festival di Berlino del 2006, l’ultimo film di Neil Jordan, regista di opere visionarie bellissime come “In compagnia dei lupi” e “La moglie del soldato”.
Jordan porta di nuovo sul grande schermo, con esito felice, un altro libro di Patrick McCabe dopo “Il garzone del macellaio”.
Il film ruota intorno al suo protagonista, un bravissimo Cillian Murphy in un ruolo a dir poco difficile, e alla sua capacità di sopravvivere grazie alla coraggiosa e “colorata” capacità di vedere ed accettare la realtà.
E non si può certo dargli torto, se il giovane protagonista chiede aiuto alla fantasia per accettare, e vivere, la sua vita: Patrick è un ragazzino irlandese, nato dalla relazione tra un prete e la sua cameriera e abbandonato in fasce davanti alla canonica. Adottato da una cinica vedova, cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna e di incontrare prima o poi la sua vera madre, di cui sa solo che è fuggita a Londra per cercare fortuna. Mentre l’IRA miete vittime in Irlanda e lo spettro del terrorismo si fa via via sempre più incombente, Patrick, divenuto Kitten, si trasferisce nella Swinging London alla ricerca della madre e di un posto in cui le sue stravaganze vengano finalmente accettate e comprese. E qui cominciano le sue peripezie…
Il regista di “In compagnia dei lupi” non si smentisce e ci descrive con abilità il mondo visionario ed emotivo di Patrick-Patricia, che usa la fantasia come unica arma contro il rigore oppressivo della società in cui vive, altrimenti, come dice lui stesso, potrebbe mettersi a piangere e non fermarsi più.
Bellissima la colonna sonora, che ha un ruolo essenziale, poiché Patrick, nella sua ingenuità e innocenza, si convince di vivere nei testi delle sue canzoni preferite alla luce delle quali filtra la sua complicata esistenza. Tra le tante ricordiamo il brano che da il titolo al film, "Breakfast on Pluto" di Don Partridge, oltre a "The Windmills Of Your Heart" di Dusty Springfield, il curioso duetto tra Gavin Friday e Cillian Murphy, la melodrammatica “Honey” e la sempre strappalacrime “Feelings”.
Fa da sfondo alla ricerca della propria identità da parte di Patrick l’Irlanda dell’IRA, consumata dall’odio, che crea un contrasto forte e quasi insostenibile con la ricerca incondizionata d’amore del candido protagonista che nonostante l'apparente fragilità riesce a non farsi mai addomesticare dal conformismo che lo circonda.
Sonia Conversi
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