Perchè non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)
Piergiorgio Odifreddi è professore ordinario di logica matematica all’Università di Torino, dal 2003 è membro del comitato di presidenza dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ed ha un carattere molto polemico. Questi pochi dati mi sembrano doverosa premessa a”Perché non possiamo essere cristiani”, libro molto interessante, anche se dallo stile troppo asciutto e niente affatto elegante.
C’è da dare atto a Odifreddi che per sostenere le sue opinioni non parla per sentito dire, ma attua una ricerca scientificamente rigorosa e puntuale analizzando vecchio e nuovo testamento, dogmi e catechismo, citando dettagliatamente le sue fonti seguendo il metodo che gli è congeniale, quello scientifico. Certo Odifreddi, come Bertrand Russell, avrebbe fatto meglio ad intitolarlo “Perché non posso essere cristiano” perché si sa che “il cuore ha ragioni che la ragione non conosce” e se, contro ogni ovvietà, l’uomo vuole continuare a credere in un Dio creatore e nella Resurrezione, di certo non saranno le affermazioni di Odifreddi a convincerlo del contrario. Il libro è però molto interessante da altri punti di vista. Prima di tutto per la ricerca fatta lavorando direttamente sulle fonti, e poi per il metodo che mostra, di una mente curiosa che si pone domande e cerca le proprie risposte, mai accontentandosi di quelle offerte da altri se non dopo averle analizzate e capite.
Odifreddi ci consiglia, ci stimola a pensare con la nostra testa, senza pregiudizi né condizionamenti, come dovrebbe sempre essere e invece, purtroppo, non è mai. Soprattutto oggi, in questa società che più che della informazione è della disinformazione, se libri come “Il codice Da Vinci” possono scatenare polemiche e il creazionismo riesce ad avere proseliti.
E se posso non essere d’accordo con l’autore su talune argomentazioni, come l’impossibilità della resurrezione dei corpi, certo la sua dettagliata sintesi sui beni terreni della Chiesa non può che colpirmi e stimolarmi a chiedermi a chi destinare l’otto per mille…
Lungi dal far nascere polemiche il libro di Odifreddi dovrebbe stimolare a capire e conoscere a fondo il perché delle nostre scelte, azioni, della nostra religione e cultura, per essere persone indipendenti e non teste di legno influenzabili con qualsiasi sciocchezza, e basta seguire in tv i processi a Wanna Marchi e compari per avere il polso della situazione.
La scienza dunque ci salverà? Purtroppo ne dubito fortemente. Principalmente perché mentre le sciocchezze sulla magia le capiscono tutti, il sapere scientifico è di difficile divulgazione, il linguaggio scientifico deve essere insegnato e imparato e praticato e non mi sembra che le nuove generazioni si stiano preparando a questo.
Certo io come donna sento di dovere molto alla scienza. L’invenzione dell’assorbente, di medicine che aiutano durante la sindrome premestruale, dei metodi anticoncezionali, della tecnologia che permette di fare lavori pesantissimi senza avere particolari doti fisiche, di essere madre consapevolmente e senza particolari stress per il mio corpo, mi hanno permesso di essere pienamente autonoma, indipendente e uguale all’uomoper doveri e diritti, affermazione che le donne non hanno mai potuto fare da 4,5 milioni di anni a questa parte. Nessuna filosofia o religione mi ha dato tanto. Almeno fino ad ora.
Ludmilla Vipiteno
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