I
FANTASMI DI GOYA
Il titolo che mi sembra più azzeccato
è l’originale del film “Goya’s
Ghosts” appunto, mentre quello italiano “L’ultimo
inquisitore” appare riduttivo anche perché
gli avvenimenti che vi si narrano ruotano tutti attorno
alla figura dell’immenso pittore spagnolo che meglio
di chiunque altro seppe rappresentare l’epoca storica
in cui visse e operò. Tutta la sua arte esprime e
racconta le contraddizioni barocche che connotarono quel
periodo a cavallo tra il XXVIII e il XIX secolo. Il film
di Milos Forman ci restituisce appieno quell’atmosfera
che si respirava in Spagna e non solo. Follie e crudeltà
dell’Inquisizione, la Rivoluzione e i suoi sogni esaltati
di libertà miseramente falliti, il cinismo della
Restaurazione, il lucido razionalismo illuminista tutto
attraverso gli occhi, i dipinti e i disegni satirici di
Francisco Goya, un grande fra i più grandi, che seppe
narrare l’amore confinato per la sua terra di Spagna
fissando sulla tela la realtà sociale, senza giudicarla,
ma con profonda compassione. Testimone prezioso del crollo
di un mondo è il pittore più rappresentativo
e geniale del suo tempo proprio perché protagonista
e attento osservatore degli eventi storici che sconvolsero
e segnarono un’epoca. Dipingeva i potenti ma anche
le miserie umane, le torture, le ingiustizie, le prepotenze
del potere. Nei suoi quadri ritratti di re e regine cui
fanno da contraltare le rappresentazioni angosciose del
proprio io attraverso la documentazione di fanatismi religiosi
e superstizioni medievali, gli orrori dell’Inquisizione,
le ansie nere, le tragedie delle guerre, l’umanità
dolente, l’eroica resistenza del popolo spagnolo,
i fantasmi del suo secolo. In una parola tutta l’inquietudine
di un’epoca con pennellate di colori forti o cupi
luminosi o polverosi come la sua terra. Un grande che dipinse
tutto ciò che vide. È in questo contesto,
nella Spagna del 1792, che si inserisce la storia drammatica
raccontata ne “L’ultimo Inquisitore”:
attraverso gli occhi di Goya le vicissitudini di un gruppo
di persone travolte da grandi sconvolgimenti politici. Va
ricordato che l’artista spagnolo era sensibile al
fascino femminile, sono prova ritratti di dame ma anche
di semplici donne comuni. Chi non conosce la Maya denuda
o la maya vestida? E nel film Goya (Stellan Skarsgard) ritrae
Ines (Natalie Portman), la bellissima figlia di un ricco
mercante sua musa ispiratrice, ma non disdegna di fare il
ritratto anche a un fanatico inquisitore, Fratello Lorenzo
(il bravissimo Javier Bardem) che mentre posa rimane attratto
dalla splendida fanciulla immortalata in un dipinto. Le
vite di entrambi convergeranno in un drammatico intreccio.
La povera Ines, accusata ingiustamente di eresia, verrà
imprigionata, torturata e violentata da Frate Lorenzo, che
caduto poi in disgrazia per eventi imprevisti fuggirà
in Francia per poi tornare 15 anni dopo nei panni di un
esaltato invasore napoleonico. Con la Rivoluzione anche
Ines tornerà a vedere il sole, ma anni di torture
e dei buio le hanno offuscato il cervello e cancellato la
sua bellezza rendendola irriconoscibile. La libertà
avrà un sapore amaro: la sua famiglia è stata
sterminata dai rivoluzionari e a lei rimane solo l’appoggio
dell’amico Goya a cui confiderà il suo segreto
… “L’ultimo inquisitore” ha il pregio
di aver illustrato molto bene un’epoca controversa,
le immagini ci rimandano un affresco storico fedele alla
realtà e allo spirito del tempo: alcune scene sono
da antologia. Al regista ceco il merito di aver portato
sullo schermo la figura di Francisco Goya, il più
grande interprete del sentimento popolare spagnolo in tutti
i suoi molteplici aspetti, la complessità dell’artista
ma anche l’uomo introverso e mite, sincero e ambiguo
quanto la sua pittura. Il tutto, però, si svilisce
un po’ in un melodrammone a tinte fosche. Gli attori
sono bravi e convincenti, su tutti giganteggia Javier Bardem,
il cattivissimo della storia. Milos Forman è il regista
che tutti conosciamo e con “L’ultimo inquisitore”
ha costruito ancora una volta un film sontuoso e possente
ma forse in tono minore rispetto ad Amadeus il capolavoro
che vinse 8 Oscar. Il suo Mozart estroverso e incendiario,
modernissimo, ci stupì e conquistò.
Ester Carbone
|
Cast |
Natalie Portman, Javier Bardem,
Stellan Skarsgård, Randy Quaid, Wael Al Moubayed,
Simó Andreu, Scott Cleverdon |