Mediterranea

American Gods

In linea con le altre opere di Gaiman anche American Gods è intriso di malinconia, tristezza e nostalgia. Originale come soltanto un autore di fumetti può essere, libero dal retaggio della cultura classica che in qualche modo è base ma anche giogo per gli scrittori cosiddetti "letterari", Gaiman ci descrive un olimpo incredibilmente poco olimpico. Gli dei tutti, nessuno escluso, e in questo l’autore rivela una imparzialità davvero encomiabile di questi tempi, sono sempre più stanchi e lentamente stanno scivolando nell’oblio. Generati dalla fede dell’uomo, man mano che questa fede viene meno anche gli dei perdono forza e vita; restano immortali, ma se non vengono nutriti dall'adorazione dei fedeli e da costanti sacrifici, perdono potere e si riducono all'ombra di se stessi.

Altri dei stanno invece diventando potenti: televisione, mass media, carta di credito, internet. E presto prenderanno il posto di quelli antichi, senza rimpianti. Ma Odino non vuole scomparire così facilmente, e tesse una tela complicata che però potrebbe rivelarsi efficace per ottenere ciò di cui un dio ha più bisogno appunto: fede e sacrificio.

L’abilità di Gaiman sta proprio nel descrivere una storia assurda che lui rende credibile con descrizioni realistiche e cenni delicati e sensibili all’umanità dei personaggi. La malinconia è il sentimento prevalente in tutto il romanzo, la malinconia di un mondo al crepuscolo, dove anche la rinascita non porta alla felicità ma soltanto ad una pace tranquilla e pervasa di tristezza.

Originale la visione della divinità creata dall’uomo e non viceversa, e notevoli le lunghe parentesi narrative in cui si descrive come i vari dei siano arrivate in America, portati dai loro credenti: cacciatori, emigranti, schiavi che hanno continuato ad avere fiducia nel nume tutelare del loro villaggio, della loro tribù e cultura, invocando il suo aiuto e ringraziandolo con offerte e voti.

E’ l’uomo dunque, soltanto l’uomo e la sua forza della sua volontà, la sua dedizione e la sua capacità di amore il motore ultimo che muove ogni cosa, la crea e la distrugge, spesso senza averne neppure la consapevolezza. E infatti Shadow, ombra, il protagonista del romanzo, impiegherà quasi tutto il libro ad uscire dall’ombra appunto, a capire che non è l’effetto ma la causa, a capire che la sua vita dipende da lui e da nessun altro.

Tutto questo raccontato con una scrittura lucida, chiara e veloce, mai ridondante o scontata, probabile retaggio della carriera di Gaiman come sceneggiatore di fumetti, da cui proviene anche questa incredibile vena immaginativa che mi ha lasciato piacevolmente stupita e attratta. American Gods non è decisamente il solito libro, ma è sicuramente un bel libro.

Sonia Conversi

Manituana

Titolo
American Gods
Autore
Neil Gaiman
Edizioni
Mondadori, 2003
Pagine
523
Descrizione
Dopo tre anni di prigione Shadow sta per tornare in libertà quando viene a sapere della morte misteriosa della moglie e del suo migliore amico. Sull'aereo che lo riporta a casa l'uomo riceve una proposta di lavoro da un tipo piuttosto enigmatico, Mister Wednesday: Shadow accetta, ma gli servirà ancora qualche tempo per scoprire chi sia in realtà il suo capo, chi siano i suoi compagni d'affari e chi i suoi concorrenti.

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