IL
VEROSIMILE E LA VERITA’
Tratto dal romanzo di Steven Milhouser “Eisheneim
– The Illusionist”, il film di Neil Burger è
straordinario perché lo straordinario racconta. Magico
e illusorio come i fuochi fatui che danzano nell’aria,
affascinante e misterioso come il bosco di “Una notte
di mezza estate”, “The Illusionist” ci
restituisce l’incanto perduto, personalmente quello
stupore che nell’infanzia mi suscitava il brillo dei
prati illuminati dalle lucciole. Sin dalle prime sequenze
con la camera in movimento che abbraccia le spalle del pubblico
seduto nella platea di un teatro viennese, noi siamo lì,
in quell’abbraccio, in mezzo a quel pubblico attento
e con il fiato sospeso. La sala del cinema si confonde,
si trasforma, diventa quel teatro e, potenza della magia,
non siamo più spettatori del film, ci siamo dentro,
catapultati ai primi anni del 900. Questa la prima grande
sorprendente illusione collettiva. Ora la camera scivola
su di noi e corre verso un uomo che immobile e solo nel
cono di luce sta seduto al centro del palcoscenico. Il silenzio
è assoluto, l’attesa è palpabile. Lui
è Eisenheim, l’illusionista, affascinante e
romantico quando è illuminato e perso nel nero totale
del palcoscenico, sottilmente malinconico quando è
solo con i suoi ricordi. Nel suo passato un amore puro e
profondo per una fanciulla di nobili origini, Sophie von
Teschen, un sentimento che il tempo non ha scalfito. La
diversa estrazione sociale e l’impossibilità
di realizzare il suo sogno d’amore avevano portato
Eisenheim lontano e, dopo 15 anni passati in Oriente ad
affinare le sue arti magiche, lo ritroviamo a Vienna. I
suoi spettacoli strabilianti incuriosiscono, conquistano
e stregano; il suo teatro è sempre pieno. Una sera,
durante un’esibizione rivede la mai scordata Sophie
e l’amore si riaccende prepotente e travolgente. Anche
il cuore di Sophie batte ancora per Eiseinheim ma lei è
promessa sposa del principe ereditario Leopoldo (figura
che si ispira al figlio Rodolfo dell’imperatore Francesco
Giuseppe), un uomo egocentrico e spietato che detesta l’illusionista.
Accortosi della relazione tra i due amanti Leopoldo mette
alle calcagna del rivale l’ispettore Uhl, una mente
brillante e razionale, per smascherare i suoi trucchi e
impedirgli così di lavorare. Ma l’impresa si
rivela ardua; Eisenheim, sempre più innamorato di
Sophie, questa volta è deciso a tenersi stretta la
sua donna e forte delle sue arti magiche mette in atto un
piano ardito. E in una girandola di trucchi mirabolanti
e scintillanti magie dove niente è verità
pur sembrandola, tra apparizioni, ectoplasmi e luccichii,
frammezzati da tragici sviluppi della vicenda, si arriva
al risvolto finale: Eisenheim mette in scena la sua più
grande illusione, quella che lascerà di stucco tutti.
La storia costruita come un gioco di prestigio è
un mix di mistery, suspence e colpi di scena, ma è
anche carica di puro sentimento e passione. Il messaggio?
L’unica verità tra mille illusioni è
l’amore. L’amore come il prodigio concreto più
grande, come emozione reale pur nel suo aspetto fiabesco,
l’amore come vera illusione eterna. Neil Burger, già
regista acclamato con “Interview with the assassin”,
è anche lo sceneggiatore del film da lui definito
“un racconto fantastico, lirico e magico dove la ragione
e la scienza si mescolano con l’apparenza”.
La fotografia anticata, nei toni del bronzo è di
Dick Pope che riesce a dare una mirabile ricostruzione dell’epoca.
La Vienna che appare sullo schermo è in realtà
Praga che però nulla toglie alla bellezza del film.
Preziosa la colonna sonora del grande Philip Glass. La figura
di Eisenheim è ispirata al mago e chiaroveggente
Erik Jan Hanussen e i trucchi mostrati sono tutti autentici
numeri d’epoca. Alla riuscita del film hanno contribuito
in modo notevole gli attori, primo fra tutti Edward Norton
e poi il talentuoso Paul Giamatti (l’ispettore Uhl),
Jessica Biel (Sophie) e Rufus Sewell (il principe Leopoldo).
Ma è Norton in una prova magistrale, il superlativo
interprete di Eisenheim. È lui che ci fa vivere l’illusione
di vederlo in carne ed ossa e che ci ipnotizza con meraviglie
di alberi che germogliano e crescono in un soffio, con il
battito d’ali di leggiadre farfalle che trasportano
candidi fazzoletti sospesi nell’aria. L’attore,
per prepararsi al ruolo, si è affidato alle cure
di Freedman, un noto prestigiatore. “tutto quello
che avete visto qui sono state solo delle illusioni”
dice in una scena del film, ma quelle illusioni ci hanno
estasiato ed emozionato, ci hanno fatto esclamare “Ohhh”
come fossimo ancora bambini e non è poco. Grazie
Norton e ancora applausi.
Ester Carbone
|