LA
CIA: IL POTERE OSCURO DELL’AMERICA
Sembra che per realizzare “The Good Shepherd
– l’ombra del potere” De Niro ci abbia
messo dieci anni e in effetti il film, complesso, è
di una portata molto ampia, molto ambiziosa: un grande affresco
sui compromessi e i fallimenti del potere. Alla sua seconda
prova dopo il debutto 13 anni fa con “Bronx”,
il regista qui è alle prese con un’organizzazione
più o meno segreta, la CIA. Che si sia scrupolosamente
documentato e che ci abbia messo l’anima per portare
a termine il suo progetto è fuor di dubbio, d’altronde
De Niro, si sa, è un perfezionista. Come attore è
uno fra i più grandi se non il più grande,
un mito che è quasi una leggenda. Ma la stessa forza
creativa cui ci ha abituato nell’arte della recitazione
non trova riscontro quando è dietro la macchina da
presa, del resto non tutto si può fare in maniera
eccelsa. Dirigere non è facile, ci vuole molto mestiere,
lui ci ha messo tanta buona volontà ed è comunque
apprezzabile. Il film è un po’ statico, lento
soprattutto nella prima parte, eccessivamente lungo; si
insiste troppo sui primi piani, è pur vero che sono
incisivi ma a lungo andare stancano. Gli ultimi 20 minuti,
i migliori, riescono a dare un po’ di movimento e
pathos alla storia. L’argomento trattato è
sicuramente ostico ed impegnativo per lo spettatore non
informato, esige una certa conoscenza della materia e una
buona disposizione d’animo. In ogni caso il regista
ci ha messo passione nel raccontarci l’America senza
retorica e questo gli rende merito. Attraverso una serie
di flash back autentici che alternano i vari episodi De
Niro ricostruisce quarant’anni della tenebrosa storia
della CIA, dalla nascita alla Guerra Fredda e precisamente
dal 1939 al 1961, l’epoca della crisi con Cuba e del
muro di Berlino. Tutto questo attraverso la carriera dell’agente
Edward Wilson (Damon). La storia, che si svolge a ritroso
nel tempo ci consegna un antieroe indimenticabile. Il titolo
originale e un po’ ironico “The Good Shepherd:
il buon pastore” si riferisce alla laconica descrizione
di Wilson “un patriota, un uomo che conosce il significato
e il valore della parola segretezza, un buon pastore”.
Il film mescola l’ombra, le manipolazioni, la segretezza,
gli eccessi di un potere occulto alla lenta e inarrestabile
corruzione morale di Wilson, un giovane idealista americano
di buona famiglia e di grandi speranze, iscritto a Yale
e alla società segreta “Skull and bones”
(la stessa dei due Bush), arruolato poi nei servizi strategici
della II° Guerra Mondiale fino a diventare uno dei fondatori
della CIA. La devozione di Wilson verso il suo paese esigerà
via via un prezzo sempre più alto, ma né le
preoccupazioni crescenti della moglie Margaret (Jolie),
né il suo adorato irato figlio riusciranno ad allontanarlo
dalla strada intrapresa. In nome del suo credo “gli
Usa sono l’unica morale, l’unico valore fondamentale”,
Wilson sacrificherà tutto: famiglia, moglie, amori,
figlio e sentimenti. Rimarrà solo con il suo lavoro
senza rendersi conto di quanto abbia perso, anche di sé
stesso. “The Good Shepherd” raccontando il alto
oscuro del potere, evidenzia anche come quest’ultimo
influenzi direttamente la vita dei cittadini con l’intento
buono di difenderli. Ma la linea di divisione tra le cose
fatte bene e le cose che vanno storte è in realtà
molto sottile e il rischio di arrecare danno spesso è
alto. Il cast degli attori è stellare: Matt Damon,
Angelina Jolie, William Hurt, Alec Baldwin, Joe Pesci, John
Turturro e lo stesso De Niro in una piccola parte. Dire
che sono tutti molto bravi è superfluo.
Ester Carbone
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Cast |
Matt Damon, Robert De Niro,
Angelina Jolie, Joe Pesci, Alec Baldwin, Tammy Blanchard,
Brendan Bradley, William Hurt |