Tango
e gli altri - Romanzo di una raffica, anzi tre
Torna a pubblicare l’affiatata coppia
Macchiavelli – Guccini. Loriano Macchiavelli, bolognese,
giallista di razza, è famoso soprattutto per il suo
personaggio “Sarti Antonio” (rigorosamente prima
il cognome) questurino con problemi intestinali. Francesco
Guccini, modenese, è invece riconosciuto come il
cantautore vate di almeno 2 generazioni. Guccini è
anche stimato e divertente autore, di vari romanzi tra cui
i due autobiografici “Cronache epafaniche” e
“Vacca d’un cane”.
Se singolarmente presi, questi due autori (lo scrittore
e il musico) da soli basterebbero a convincere ad acquistare
questo volume, sicuramente la loro unione promette, anche
solo dalla copertina, uno scritto di razza.
Ma chi conosce la loro storia comune, sa che questa è
già la loro quarta collaborazione. “Tango e
gli altriӏ la quarta avventura del maresciallo
dei Carabinieri Benedetto Santovito, uomo del sud, di mare
e di sole, trapiantato sul più aspro Appennino emiliano.
“Macaronì”, “Per un disco dei Platters”,
“Questo sangue che impasta la terra” e “Tango
e gli altri” raccontano altrettanti casi di cronaca
nera che coinvolgono il freddoloso maresciallo a cavallo
tra il regime fascista e gli anni di piombo.
Questa ultima opera porta il maresciallo, ormai alle soglie
della pensione, a riaprire un caso chiuso ormai da molti
troppi anni. Il romanzo ci porta a conoscere 2 Santovito:
il Santovito maresciallo capo del 1960 e il Santovito carabiniere
del 1945 che, liberati dei prigionieri politici, se ne va
sui monti partigiano. Un racconto a cavallo tra due periodi
storici diversi, per quanto vicini, che si snoda contemporaneamente
tanto nel passato e quanto nel presente.
Di “Tango e gli altri”, come dei suoi predecessori,
colpisce la prosa elegante, poetica ed asciutta ad un tempo,
la descrizione dei paesaggi e degli ambienti che fanno vivere
(o rivivere) sapori ed odori lontani nel tempo. La dura
penna del giallista si mescola ed amalgama con la voce del
musico in un’alchimia di stili e di linguaggi difficilmente
riscontrabile in un solo autore.
Ruggero Signoretti
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Descrizione |
Autunno
1960, al maresciallo Benedetto Santovito viene recapitata
una lettera che riapre una dolorosa vicenda partigiana.
Una strage di tre civili, il Patriarca delle Piane (simpatizzante
fascista), la moglie e il figlio, della quale venne accusato
il figlio illegittimo, Roberto Cortesi detto Bob della Brigata
Garibaldi; condannato a morte dopo un immediato sommario
processo. A sedici anni di distanza, Santovito riprende
le indagini
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