Il quadro dei delitti

Sull’onda lunga de <<Il codice da Vinci>>, gli scaffali delle librerie sono stati inondati di romanzi storici noir o gialli artistico/mistici. Diviene difficile riuscire a fare una reale scrematura tra scritti precotti e surgelati, e romanzi d’autore.
<<Il quadro dei delitti>> è un’opera prima di un quarantacinquenne studioso americano laureato ad Harvard con una tesi sui simboli nell’Ordine dei Templari.
In questo caso è importante tratteggiare la biografia dell’autore perché può aiutare a valutare la qualità dell’opera.
Il romanzo e’ ambientato a metà del XVIII secolo tra Napoli, Roma e la Francia. La vera sfida consiste nel rendere credibile il protagonista: Raimondo di Sangro (Torremaggiore, 30 gennaio 1710 - Napoli, 22 marzo 1771), VII principe di Sansevero e studioso napoletano. Figura affascinante, il principe fu letterato, studioso, alchimista, inventore prolifico, anche se poco ci è rimasto se non alcune descrizioni, massone ed iconoclasta (il Principe sarebbe riuscito a produrre una sostanza in grado di comportarsi esattamente come quella ritenuta essere il sangue di san Gennaro). Gelb veste il Raimondo di Sandro dei complessi panni di investigatore, per conto del soglio pontifico, tenuto all’epoca da papa Benedetto XIV, e lo spedisce in Francia.
Il romanzo è curato nelle descrizioni e nei dettagli storici, incontra sicuramente il favore di chi ama la commistione tra il giallo/noir e il romanzo storico/mistico/massone.
Unica ingenuità, forse, il dotare il Principe di capacità percettive al limite del sovrannaturale, scelta che rischia di rendere la figura del detector papale, eccessiva e caricaturale.

Ruggero Signoretti

Il quadro dei delitti