Trilogia della citta' di K
La Trilogia della città di K è un libro diperato e allucinante, scritto con lo stile scarno ma efficace di questa autrice capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione.
La Kristof spinge molto su temi macabri e fastidiosi, cercando di descrivere non una trama ma un’atmosfera. Ne “Il grande quaderno” riesce con le parole, un piccolo miracolo artistico, non a descrivere il rapporto fra i gemelli Lucas e Klaus, ma a far provare al lettore l’intensità del rapporto fra due gemelli, di più fra due esseri che non possono contare su nessun altro che loro due, in una simbiosi totale. Quando Klaus se ne va la disperazione della solitudine di Lucas è un pugno nello stomaco di chi legge. E tutto questo la Kristof lo ottiene soltanto attraverso la sua scrittura asciutta che non dice mai troppo, che non si lascia mai andare a patetismi eppure spinge al pianto come nessuna.
La Kristof parla di un mondo troppo crudo, troppo violento e senza alcuna speranza di redenzione, Parla di un mondo travolto dalla guerra, ma della guerra non dice una parola: non ci sono città distrutte, popoli annientati, battaglie sanguinarie... nulla di tutto questo si legge, eppure è tangibile in tutti e tre i racconti, lo si avverte nelle tragiche vite dei personaggi, che si intrecciano e si intersecano in un susseguirsi di situazioni paradossali, ambigue, disperate a cui soltanto la morte offre un po’ di requie.
La guerra dunque distrugge l’umanità, la annienta, la appiattisce, e lascia l’uomo solo e incapace di rapportarsi alla realtà e agli altri, privandolo della compassione: Lucas e Klaus non hanno pietà ne amore, non sentono più neppure la sofferenza il dolore, non sentono più niente. Quello che la guerra crea e porta, povertà, privazioni, violenze fisiche e morali, lutti, li ha anestetizzati alla vita. Loro, non il lettore che rimane ferito come dal taglio di una lameta: all’inizio non si sente niente, poi la ferita comincia a bruciare e la cicatrice rimane per sempre. Ludmilla Vipiteno |
Trama |
In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la "Trilogia della città di K" ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.
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