Mediterranea
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IL MESTIERE DI CRESCERE
"... Ma cresciamo veramente?
O ci portiamo dentro le voci genitoriali e soprattutto la nostra voce, quella dei bambini che siamo stati, senza avere più la possibilità di ascoltarla?"
Opera di una giovanissima esordiente, il libro è strutturato su due piani solo in apparenza lontani: da un lato le storie intime e realistiche di protagonisti giovani e meno giovani, dai 17 ai 50 anni, tutti con problemi simili e soprattutto con una grande esigenza di esprimersi, fino all’urlo. Urlo ben lontano dalla disperazione del quadro di Munch, ma piuttosto il punto di arrivo di un processo che parte dal profondo, dall’Ombra. E qui la realtà s’intreccia di continuo col mito: all’inizio due Ombre partoriscono due gemelli – Amaranto e Rubina – che verranno poi separati. Nel finale rivedremo i due bambini prigionieri, segregati in strani contenitori da strani genitori, liberati infine con l’aiuto di un serpente uroborico, che morirà una volta esaurita la sua missione rigeneratrice. Junghiana involontaria, l’autrice alterna pagine piene di fisicità a suggestive costruzioni mitologiche, ricche di simboli di trasformazione. Ma l’insieme non è slegato, anche se la struttura del libro può sembrare anarchica: c’è un movimento dal basso verso l’alto, dall’ombra verso la luce, nella quale si esprime infine la personalità dei personaggi, di cui più di uno è musicista. Non tutti sono vincenti, alcuni si accontentano di essere sinceri con se stessi e questo è già un risultato: tutti hanno infatti genitori inadeguati al loro compito. Ora troppo severi, ora frustrati, ora assenti o presenti nel momento sbagliato, ora insicuri oppure troppo determinati nel decidere invece di educare. Ora riversano le aspirazioni frustrate sui figli, ora semplicemente non parlano con loro. Sordi che non riescono a comunicare. Struggente la lettera al padre che una adolescente scrive in un momento di lucidità, rivelando loro la sua essenza; curioso un personaggio (mitico) che è allo stesso tempo padre e figlio dei suoi figli, come dire che il problema si ripropone ciclicamente, al momento di assumersi le proprie responsabilità. La galleria dei personaggi è in realtà interconnessa, anche se non s’intuisce subito. Comprende l’universitaria Madreperla, il giovane Nonvogliamopaci (sic), Mélò musicista quarantenne e compagno di Madreperla, Gra il bravo ragazzo, Bianca la psicologa e madre di Madreperla, infine gli emblematici e mitici Amaranto e Rubina, che iniziano e concludono il libro. Libro intriso di cruda realtà quanto di sogno, di mito.
Il libro contiene anche (in quarta di copertina) un contributo personale di Melissa Panarello (ricordate i 100 colpi di spazzola?), la quale ha segnalato per prima la giovane autrice.
“C’è un contrasto stridente fra la nuova voce che sento in me, la voce che parla di fedeltà a sé stessi, di libertà, di capacità di vivere tutti i sentimenti, di decondizionamento e amore e la vecchia voce, spesso resa più puttana da tutti gli echi del mio intricato passato”
Marco Pasquali |
Nonostante i miei genitori
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Titolo originale
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Nonostante i miei genitori |
Autore |
Rossella Arena |
Edizioni |
Alcione, Roma, 2007 |
Pagine |
144 pagine |
Prezzo |
€ 10,00 |
ISBN |
88-95071-05-03 |
Descrizione |
Spesso si afferma che non dobbiamo sempre attribuire le nostre infelicità ai genitori, ed è verissimo, ma purtroppo non basta dirlo. La società ad un certo punto ci impone di diventare adulti, di abbandonare il nido, di trovare un lavoro e magari l’anima gemella. Ma cresciamo veramente? O ci portiamo dentro le voci genitoriali e soprattutto la nostra voce, quella dei bambini che siamo stati, senza avere più la possibilità di ascoltarla?
Sono sette i protagonisti di questo libro, descritti con straordinaria semplicità dalla giovanissima scrittrice Rossella Arena. Con uno stile unico, libero, forse un po’ anarchico, l’autrice ci racconta sia la vita ordinaria, sia i sogni e le emozioni più nascoste dei suoi personaggi. Incontriamo così Madreperla, universitaria in declino: ha sconfitto l’anoressia, ma non la finzione, arma di sopravvivenza e di conquista dell’ “amore”. L’outing della sua vera personalità arriva tramite una lettera ai genitori.
Mélò, trentanove anni, violinista operaio, divorziato, compagno di Madreperla: ha un doppio cattivo, che una notte urlerà al suo posto a casa dei genitori.
Gra, il tipico bravo ragazzo, che non ha mai avuto esperienze sessuali e sentimentali. Bianca, la madre di Madreperla. Non Vogliamo Paci, diciassette anni, una sarcastica amica “immaginaria” e un fidanzato; apparentemente è un po’ impacciato, ma libero e maturo. A dispetto della madre psicologa che non vuole ammettere la sua omosessualità. Ed infine Ulisse e Bacio…
Un libro forte, ricco di sentimenti contrastanti, che non vuole essere un’accusa ai genitori. Anzi, tutti o quasi un giorno saremo genitori, e tutti o quasi un giorno commetteremo degli errori. Ma c’è un momento, può essere a venti, quaranta, sessant’anni, in cui ognuno di noi deciderà di imparare a diventare responsabile di sé; per arrivare ad una maggiore libertà e autenticità nel modo di amare, fare sesso, parlare, esprimersi, vivere. Nonostante i propri genitori. |
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