Harry Potter e l'ordine della Fenice

Sorretto da una trama accattivante il quinto film della saga magica non delude.
Le atmosfere sono cupe quanto basta, gli effetti speciali rutilanti e i personaggi veramente azzeccati.

Dolores Umbridge è fantastica con i suoi tailleur rosa e gli imbarazzanti cappellini. Avrebbe saputo fare di meglio soltanto la nostra Franca Valeri. Il tocco personale che trasforma la stanza dell’Insegnate di arti oscure in una bomboniera rosa decorata con piattini da cui spuntano teneri micetti miagolanti è veramente inquietante e rende bene l’atmosfera del film: c’è un problema ma si tenta di nasconderlo  con trine, merletti e colori pastello, e ignorarlo sperando che svanisca da sé.

Ma i problemi non svaniscono se non si è decisi a risolverli, è questo Harry Potter lo ha imparato bene. Ancora una volta il nostro eroe si fa coraggio e affronta le avversità che gli si parano davanti. I libri della J.K. Rowling e  i film da cui sono tratti sono infatti veri e propri percorsi di formazione.
Abbiamo visto Harry e i suoi amici crescere e maturare affrontando difficoltà che crescono con loro.  Dopo la scuola di Hogworts, non più rifugio sicuro dove niente di male può accadere, ora è l’autorità dell’onnipresente Albus Silente ad essere minata, e i nostri eroi dovranno imparare a cavarsela da soli, senza l’aiuto di un adulto, come avveniva nei precedenti film.
Una nota di merito va ai giovani attori che negli anni sono cresciuti di altezza ma soprattutto professionalmente e non sfigurano pur avendo intorno un cast da brivido, da Ralph Finnes, che mette veramente paura nei 5 minuti di apparizione sullo schermo (anche se assomiglia in modo imbarazzante a Marilyn Manson...), a un Gary Holdman riccioluto che lascia di sasso. Meravigliosa Helena Bonham Carter nel ruolo di Bellatrix, anche se ormai sembra la versione femminile del suo compagno  Tim Burton…

Non è un film epocale ma non annoia mai per tutti i 142 minuti di durata, che non sono pochi.

Sonia Conversi