L’ARTE CONTEMPORANEA GIOCA
Se amate l’arte contemporanea, ma non sapete cosa sia la Cracking Art, potete sempre colmare questa lacuna recandovi, in questi giorni, presso il Chiostro del Bramante.
Qui, scoprirete una insospettabile forma artistica, fatta di mastodontiche installazioni di plastica: sagome di animali dalle forme infantili e dai colori vivaci.
Lo stupore è scontato, così come una certa ilarità. Si direbbe che l’arte contemporanea stia giocando. Ma, presto, vi accorgerete del forte impegno sociale e ambientale celato dietro l’ingenua apparenza di queste opere. Innanzitutto, una lunga sperimentazione alle spalle.
La Cracking Art nasce infatti nel 1993, fondata da Omar Renda, fautore e poeta della plastica riciclata. Renda la sceglie come mezzo espressivo, perché, a suo dire, contenitore ideale di tutto il vissuto del pianeta, naturale e artificiale; perché antica e futuribile, per cercare in essa le arcaiche origini antropologiche, vegetali, animali, e costruire una nuova iconografia.
La plastica, come elemento da recuperare, da sottrarre al ciclo del rifiuto, della distruzione tossica e devastante dell’ambiente, per creare opere in armonia con la natura. A questa poetica si uniscono altri sostenitori della plastica riciclata: William Sweetlove, Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Carlo Rizzetti e Kicco.
E si forma il gruppo Cracking Art, prendendo il nome “Cracking” proprio dal processo che muta il naturale in artificiale, il petrolio in plastica.
La plastica, senza dubbio, uno dei materiali più inquinanti del pianeta, ma capace anche di prestarsi ad un uso creativo, come quello che ne fanno i Cracking, e che possiamo ammirare presso il cinquecentesco chiostro del Bramante.
All’ingresso, nel cortile all’aperto, la spettacolare installazione “Lacrime di coccodrillo” accoglie il visitatore, guidandolo all’interno, in un percorso di 150 opere, ovviamente, tutte di plastica.
Pinguini rossi, orsi verdi e blu, cani giganti, ci guidano in un labirinto di stanze, dove ogni artista si esprime singolarmente. Alla fine, una grande installazione collettiva, “Simbiosi”: 250 gabbiani verdi cantano in coro. Una rappresentazione metaforica, densa di significati: libertà nella creatività, ma anche un invito a non perdersi d’animo e a seguire la propria natura.
Che dire? Riusciranno i Cracking, paladini della difesa della natura, a cambiare i codici dell’Arte futura? A lasciare, come si legge nel loro manifesto, un mondo migliore di quello attuale?
Proprio loro, che si proclamano nemici dell’ipocrisia, della congiura, del sospetto. Di certo, non esiste Arte e vita senza una natura integra, e, forse, l’Arte e la Cultura sono davvero l'unica possibilità di salvezza del mondo e dell'umanità. I Cracking ne sono fermamente convinti.
Ed è per questo che continueranno ad interpretare il dilemma dell’uomo contemporaneo, in bilico tra natura primordiale ed una realtà che tende ad essere sempre più artificiale.
Simona Rasulo
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