Jed Rubenfeld - L'interpretazione della morte
Rubenfeld, di cui questo è il primo romanzo e che sicuramente crescerà come autore, costruisce un complesso intreccio giallo basandosi su fatti storici realmente accaduti, e cioè il viaggio di Sigmund Freud e Carl Jung, all'epoca suo discepolo, negli Stati Uniti nel 1909 per una serie di conferenze sulla psicoanalisi alla Carl University di Worchester, nel Massachusetts.
Rubenfeld delinea una trama di invenzione molto articolata senza mai perdere di vista la realà storica: la maggior parte dei dialoghi sono tratti dalla corrispondenza tra Freud e Jung, gli eventi (delitti a parte) sono, con qualche deliberato anacronismo, tutti realmente accaduti, gli ambienti sono abilmente ricostruiti e la verosimiglianza viene puntigliosamente rispettata, anche quando l’autore immagina Freud coinvolto in un oscuro complotto volto a screditare le sue teorie (ben congegnato ma un po' noioso... forse una sforbiciata al testo avrebbe giovato al romanzo).
Il thriller è ben costruito, coinvolgente e si lascia leggere spingendo il lettore fino alla fine delle 465 pagine senza che neppure se ne accorga. I personaggi di contorno risultano però un po’ troppo piatti, soprattutto la fanciulla da salvare, e non bastano a dare spessore i due simpatici protagonisti, il dott. Younger e il tenente Littlemore, figura davvero ben riuscita che speriamo di ritrovare: per conservare la suspence si perde in coinvolgimento. Molto ben ideati comunque i colpi di scena che ho davvero apprezzato.
Il libro in generale dà l’idea di un congegno ben fatto, senza far urlare però al caso letterario. E’ originale il coinvolgimento di Freud e Joung e l’atmosfera dell’America di inizio secolo con la sua spropositata ricchezza che viene ricreata con tratti notevoli, ma il romanzo rimane niente di più che piacevole. Ideale per le vacanze.
Ludmilla Vipiteno
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