CONVEGNI DI PROMESSE
Il mondo dell’arte contemporanea si sveglia e lo fa “a pizzichi e a mozzichi”, senza un coordinamento tra le diverse realtà e gruppi. È un risveglio periodico che non trova una continuità di lungo respiro, sono voci nel deserto che hanno il merito di interessare e aggregare, anche se in ordine sparso, un numero sempre più rilevante di artisti e anche qualche critico, per dare dignità e trovare soluzioni alla crisi dell’arte.
Uno dei nodi dell'arte contemporanea è il trovarsi sempre lontano dalla quotidianità della gente, anche se spesso è legata al sociale, e i suoi "sacerdoti" non sono tutti uguali, ma in definitiva nessuno è garantito. L'arte è più rischiosa di un'impresa commerciale, ma è ciò che influenza, anche in modo subliminale, la moda e l'arredamento, diventando indirettamente il biglietto da visita dello stile italiano.
Ma questo non è riconosciuto, come non viene riconosciuto l'indotto che l'arte riesce a muovere, non solo dell'industria dei prodotti delle belle arti, ma anche dell'artigiano che affianca l'artista nella realizzazione dell'opera.
Il disagio del pianeta arte è esposto pubblicamente nei diversi convegni, ma sono convegni con ottiche diverse.
Alcune personalità operanti nell’ambito dell’arte contemporanea (Vasco Bendini, Ennio Calabria, Maurizio Calvesi, Ciriaco Campus, Pietro Cascella, Pirro Cuniberti, Attilio Forgioli, Piero Guccione, Domenico Guzzi, Carlo Lorenzetti, Luigi Martini, Franco Mulas, Claudio Olivieri, Achille Perilli, Mario Raciti, Ruggero Savinio, Gabriele Simongini, Guido Strazza, Alberto Sughi, Claudio Verna), hanno suscitato interesse la lettera aperta indirizzata ad alcuni ministri e diverse commissioni parlamentari e consapevoli che l’Italia deve tornare ad essere competitiva in Europa e con l’Europa nel mondo, avviando una “Indagine conoscitiva sull’arte contemporanea italiana” della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, presieduta dall’On. Pietro Folena, per acquisire tutti gli elementi di conoscenza sullo stato del settore e produrre proposte legislative in grado non solo di favorire lo sviluppo della creazione artistica, ma dare anche una configurazione giuridica riconosciuta dell’artista, tutelandone la figura e la presenza nelle Commissioni e nelle sedi Istituzionali riguardanti l'Arte Contemporanea.
Altre lettere aperte non hanno dato risultati altrettanto concreti, pur sottoponendo le stesse rivendicazioni.
Il consorzio della “Casa delle Arti Visive” che riunisce la grande maggioranza delle associazioni di artisti presenti a Roma e in provincia (i Diagonali, L’Altrosguardo, L.I.Art, Lavatoio Contumaciale, Opera Bosco, StudiAperti), oltre alla partecipazione di altrettante (l’Ars, A.O.C.Flaminia 58, L’AltraArte, Studio Arte Fuori Centro, Gruppo 12, Art Life Size), ha intrapreso da alcuni anni un confronto con le istituzioni romane non solo per la realizzazione di un sistema promozionale ed espositivo dell’arte contemporanea, ma anche per le fondamentali rivendicazioni per la figura dell’artista. Temi riportati e discussi nei diversi interventi della 2° assemblea consultiva delle Associazioni di Artisti di Roma, indetta a fine maggio nell’aula magna del Liceo Artistico - Accademia Belle Arti di Roma, evidenziando la voglia di esistere e delusione che nel corso degli anni si è accumulata nelle disattese promesse dei politici. Un’amarezza formulata anche dalla latente vena burocratica che aleggia tra gli artisti nel voler formalizzare attraverso dei parametri la professionalità e la qualità artistica dei singoli per accedere alla qualifica di ARTISTA e che ha portato altri artisti a veicolarla in un solitario percorso artistico.
Precedentemente, sempre a maggio all’aula magna del Liceo Artistico - Accademia di Belle Arti di Roma, è stata proposta una riflessione, in due giornate di studio, sugli aspetti dell’arte pubblica. Un programma nutrito dove ha trovato posto anche Achille Bonito Oliva, per illustrare il suo “percorso” espositivo nella metropolitana di Napoli, e pensare che la società Metro ha un’occasione unica per istruirsi dall’esperienza partenopea e realizzare delle vetrine dell’arte sul percorso ferroviario Roma-Ostia, interessato da un progetto di restyling delle stazioni e la fornitura di nuove vetture.
Qualche perplessità può nascere dalla presenza di personalità estremamente impegnate come Cesare Romiti (presidente dell'Accademia di Belle Arti, Roma) o Gaetano Castelli (direttore dell’Accademia di Belle Arti, Roma) in incarichi che richiedono impegno e dedizione. Quanta dedizione può essere data da personalità che hanno consigli d’amministrazione da seguire e lavori scenografici da curare?
Forse sono altri che permettono all’Accademia di funzionare, trovando gli spazi necessari nella nascente “Città delle Arti” nell’ex Mattatoio ristrutturato, e ad altri bisognerà affidarsi perché l’arte contemporanea presente in Italia possa trovare una dignitosa collocazione e il giusto riconoscimento del loro operato, ma queste richieste potranno avere non solo una forza numerica ma anche di qualità se vengono offerte delle soluzioni per instaurare un dialogo tra l'arte contemporanea, anche quella non figurativa, e la quotidianità dell'arte.
Far rientrare l'arte visiva nell'ambizioso disegno dell'insegnamento della disciplina musicale nelle scuole, superando quel muro di incomprensione e disagio che divide il cittadino dall'arte contemporanea.
Bene fanno gli antisonanti nomi dell'arte a tirarsi fuori da queste richieste; loro hanno già tutto quello che serve, ma nessuno si domanda cosa gli artisti possono offrire alla città.
Pur continuando ad operare individualmente e in maniera autonoma, si e' arrivati nel tempo a definire obiettivi concreti da realizzare insieme. Fra questi: costituire la Casa delle Arti Visive a Roma, punto di riferimento e di interazione degli artisti di Roma e non solo; affermare la presenza dell'artista nelle Commissioni e nelle sedi Istituzionali riguardanti l'Arte Contemporanea; promuovere l'Arte contemporanea nelle sedi Istituzionali a diversi livelli perché siano punto di partenza e non di arrivo per gli artisti; affermare l'artista come figura giuridica riconosciuta e quindi tutelata; realizzare gli elenchi regionali e nazionali degli artisti professionisti.
Sarebbe estremamente apprezzabile se è recuperata e valorizzata la conoscenza e l’insegnamento dell’arte visiva come quella musicale nelle scuole italiane di ogni ordine e grado o almeno facilitato l’impegno delle associazioni nel rendere l’arte contemporanea più accessibile, smentendo Sigfrido Bartolini e l’affermazione editoriale “La grande impostura. Fasti e misfatti dell’arte moderna e contemporanea.”
La nuova collana di monografie della Electa, “Supercontemporanea”, curata da Francesco Bonami non potrà far uscire l’arte contemporanea dalla sua crisi e aiutare le istituzioni nel riconoscere i bluff dalla creatività.
Affermare che l’arte contemporanea è una protagonista indiscussa nel panorama culturale internazionale, non permetterà ad individuare e promuovere nuove offerte artistiche, per ampliare la scelta ormai sclerosizzata su i soliti noti.
g.l. |