GLI ANGELI MANICHEI DI STEFANIA FABRIZi
Stefania Fabrizi nella galleria “DoraDiamanti” presenta, attraverso cinque opere praticamente monocrome, un percorso già nel titolo esplicitamente iniziatico. I “Guardiani della Soglia” nel codice esoterico sono le apparizioni angelico/demoniache poste a guardia delle tappe evolutive individuali.
Il “Guardiano” mette alla prova il pellegrino dell’anima spaventandolo e contemporaneamente esortandolo nel suo arduo cammino. Le figure che si concretizzano emergendo dal buio dello spavento e del caos, l’oscuro sotterraneo dell’opera “al nero”, sono il materializzarsi simbolico di un’anima in cerca di sé stessa. Nel più vasto pannello “l’Ultima battaglia” si schiera un esercito inquietante di sentinelle/guerrieri, un baluardo simile all’esercito di terracotta sotterrato da un antico imperatore cinese. Essi spaventano e incitano all’estrema lotta. Il bene e il male si contrappongono sul filo buio dell’abisso come là dove, in più cruento spazio, un boxeur atterra nel rosso divorante l’eterno Nemico. Testimoni di un’innocenza che è anche fragilità e dolore nei “Pittori dell’anima”, il ritratto di due ragazzi “down” (l’artista agisce come docente in un istituto che li accoglie) che proclamano l’inguaribile handicap che è l’Amore e l’infantile, totale fiducia in esso. Con la limpida corazza e una spada di luce si erge in “Giovanna” l’eco monumentale della “Pulzella d’Orléans” che in sé concentra tutte le doti del perfetto cavaliere di Dio: fede, innocenza, coraggio; vale a dire follia. La follia di chi rifiuta comodi dogmi naturalistici per il sogno grande di una integrità umanissima e nello stesso tempo sovrumana. “Credo quia absurdum”, credo perché è assurdo, diceva Tertulliano.
Luigi M. Bruno
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