I delitti di via Medina-Sidonia
Prosegue la ricerca di Sellerio di giallisti mediterranei. Dopo Camilleri (siciliano) e Carofiglio (pugliese), ecco un nuovo scrittore Siciliano. Santo Piazzese, biologo, crea un investigatore per caso, Lorenzo La Marca, che si trova ad investigare sulla morte di un suo vecchio amico.
Libro divertente e dalla pregevole ambientazione, perde in forza dalla prolissità dei pensieri del protagonista, che vengono profusi con gran dovizia, anche, a volte, senza grande costrutto. Il protagonista poi, bello, sensuale, intelligente, colto, raffinato, accidioso, agiato, di buona posizione sociale, coraggioso, amante della buona musica (possiede più di mille incisioni, la maggior parte rare), dei buoni libri (possiede una sterminata biblioteca), buongustaio, tombeur de femmes, esperto fotografo dalla bellissima casa, liberal con un passato contestatore, è decisamente eccessivo. Un radical chic poco credibile e che poco spartisce con i Montalbano e i Guerrieri che sono anch’essi raffinati e colti ma risultano molto più credibili ed umani.
Lento e poco incisivo, rutilante di citazioni, spesso nozionistiche ed affatto legate alla trama, questo romanzo avrebbe ottenuto migliori risultati se fosse stato più <<leggero>> di un centinaio di pagine.
Ruggero Signoretti
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Trama |
Il duplice delitto che insanguina Palermo, nei giorni del pieno scirocco, e' di quelli sani buoni e misteriosi: senza mafia, radicato in annose gelosie e incofessabili colpe, in un ambiente di ozi e stranezze universitarie. Conduce l'indagine una specie di prototipo palermitano, colto e nullafacente, raffinato e sensuale, ironico e sentimentale, cosi' simile - per chi conosce Palermo - a una versione sprovincializzata e moderna dei siciliano-dei di cui diceva il principe Fabrizio del Gattopardo. Ed e' questo suo senso metastorico di superiorita' che gli permette di condurre l'indagine con la facilita', e la felicita', di chi insegue un ritmo. |