SPIA CONTRO SPIA

Breach, frattura, nel film in questione è un termine che si presta a una doppia chiave di lettura. Un significato forte che si lega non solo alla frattura inferta al cuore dell’ FBI ma anche alla scissione, alla spaccatura nella mente di un uomo, Hanssen, diviso tra integrità e tradimento. Una personalità doppia che dietro l’apparenza irreprensibile e affidabile nasconde un’interiorità folle e cattiva. Robert Hanssen, lo stimato agente operativo dell’ FBI che per 20 anni vendette importantissimi documenti del servizio segreto americano all’ex URSS provocando molti danni al suo paese, venne arrestato il 18 febbraio 2001 con l’accusa di infedeltà contro la sua nazione. “Breach- l’infiltrato” di Billy Ray racconta gli ultimi due mesi di investigazione sulle attività di spionaggio di Hanssen prima che questi venisse catturato. Un ottimo esempio di cinema che si occupa di storia vera, nella fattispecie del più grande tradimento nella storia dell’Intelligence americana. Indubbiamente le spie, al cinema, vanno di moda e tra CIA ed FBI portate egregiamente sullo schermo da “The Departed” e da “The good Shepherd” si inserisce a pieno merito anche questo film di Billy Ray. Rilanciando sotto forma di thriller il gioco paranoico e spietato di spia contro spia, il regista rimane fedele alla verità di quel caso clamoroso che suscitò scalpore e indignazione non solo in America. Ci consegna perciò la storia tale come era. Hanssen, agente dell’ FBI intelligente ed esperto di criptaggio informatico, è, a sua insaputa, sottoposto a un’investigazione top secret. In questa operazione il quartier generale del Federal Bureau of Investigation coinvolge il giovane Eric O’Neill che sogna di diventare agente. Da un semplice lavoro di sorvegliante O’Neill è stato promosso in una nuova divisione appositamente creata per porlo al fianco di Hanssen, depositario di importanti informazioni segrete e sospettato di essere una talpa. Il giovane, entusiasta per l’inaspettata promozione, conquista la fiducia del suo mentore che da sempre ammira e solo in un secondo momento scoprirà, non senza dispiacere, il vero scopo della sua collocazione. Il suo compito delicato e pericoloso sarà quello di controllare e smascherare l’uomo che, ignaro della trappola, si fida di lui. O’Neill, conscio dell’importanza dell’impegno, lotterà e riuscirà a far cadere Hanssen prima che questi distrugga lui, la sua famiglia e la rete di agenti che proteggono il paese. Il risultato finale verrà raggiunto dopo un susseguirsi di situazioni pericolose giocate sull’incastro di spia contro spia e, grazie alle prove di tradimento raccolte dal giovane, l’ FBI potrà arrestare Hanssen. O’Neill, dopo aver portato a termine la sua missione, rinuncerà alla carriera di agente operativo e preferirà dedicarsi all’avvocatura. Ryan Philippe è più che bravo nel ruolo del giovane agente, sa gestire con equilibrio le situazioni e interpreta molto bene gli stati d’animo nei momenti di tensione più difficili. Magistrale Chris Cooper nei panni di Hanssen, una delle spie più celebri nella storia degli USA. In questa vicenda di forti inganni Cooper fa suo questo personaggio diviso a metà, l’agente integerrimo e doppiogiochista: un uomo di grandi contraddizioni che seppe far convivere stranamente tradimenti e religione. Una spia cattolicissima che visse contemporaneamente due vite totalmente diverse tra loro. Il film, costruito su colpi di scena e momenti mozzafiato, coinvolge anche in virtù di un’ottima sceneggiatura e regia. Billy Ray convince.

Ester Carbone