Piccone e Moschetto
Gli eserciti dell’antichità, egizi, babilonesi, assiri, greci, avevano accanto ai combattenti veri e propri un certo numero di uomini addetti a lavori di costruzione strade, di scavo fortificazioni, di predisposizione di opere d’assedio, si trattava generalmente di schiavi e di prigionieri di guerra spesso integrati da leve forzate di civili delle popolazioni locali che venivano costretti a prestare la loro opera. I Romani, sin dalla tarda Repubblica, costituirono un corpo di militari specializzati, i fabri, comandati da un prefectus, e divisi in “lignari”, falegnami, ed “aerari”adibiti a lavori in metallo, successivamente si aggiunsero i costruttori di strade e quelli di ponti; generalmente i soldati erano affiancati da manovalanza servile. Con la caduta dell’Impero si tornò all’antico per oltre un millennio utilizzando per lavori di interesse militare operai civili e corvéé forzate finché in Francia, all’epoca di Luigi XIV, cominciarono ad apparire i primi ingegneri militari affiancati da compagnie di zappatori. Con Napoleone iniziarono a formarsi veri e propri reparti del Genio in origine basati su zappatori e minatori e poi articolati su varie specialità che fornirono il modello per analoghe strutture presso i vari eserciti europei. Nella seconda metà dell’800 nell’ambito del Regio Esercito si formò l’Arma del Genio suddivisa in specialità che andarono progressivamente aumentando grazie al grande progresso scientifico dell’epoca: ai tradizionali zappatori si aggiunsero i pontieri con apposite attrezzature per la costruzione di ponti provvisori, i trasmettitori con i primi apparecchi radio e i telegrafi e i telefoni da campo, i battaglioni aerostieri per la gestione dei dirigibili, i ferrovieri per la guida delle tradotte, gli addetti alla posa delle mine e gli sminatori. Tutte le specialità si distinsero nella I Guerra Mondiale in particolare i pontieri che costruirono i ponti indispensabili sia per favorire la ritirata dopo Caporetto che l’avanzata dopo la battaglia di Vittorio Veneto. Anche nella II Guerra Mondiale i genieri operarono su tutti i fronti anche costituendo speciali reparti d’assalto denominati Guastatori del Genio che si comportarono brillantemente in Russia e in Africa Settentrionale. Nel dopoguerra l’Arma del Genio ha continuato a creare nuove specialità che si occupano delle svariate esigenze delle altre Armi e svolgono funzioni di supporto nonché di progettazione di nuovi impianti e manutenzione del patrimonio del demanio militare.
Sin dal 1906 con Decreto Reale fu costituito in Castel Sant’Angelo il Museo dell’Ingegneria Militare Italiana trasformato nel 1911 in Museo Storico dell’Arma del Genio; nei primi anni trenta fu costruito un edificio in stile “piacentiniano” con paramenti in mattoni rossi e travertino dominato da un’alta torre e nel 1940 vi fu trasferito il museo che assunse il nome di Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. L’edificio ha una forma triangolare con un grande cortile a ferro di cavallo e due cortili laterali quadrati ed è articolato su due piani; al piano terra in una superficie di circa 4.400 mq. si alternano oltre trenta sale parte delle quali sono dedicate alle varie specialità con grande abbondanza di materiali, altre invece seguono l’Arma nelle varie guerre a cui ha preso parte in quasi un secolo della sua storia, si passa dalle battaglie del Risorgimento al durissimo impegno nelle due Guerre Mondiali. Al centro del cortile si apre il grande Sacrario dedicato alla memoria dei tanti Genieri caduti per la Patria e arricchito da nove grandi vetrate opera di Duilio Cambellotti. Al primo piano, in una superficie di circa 2800 mq., è ospitato il Museo dell’Architettura Militare che raccoglie una interessante serie di plastici e modelli che ripercorrono la storia della fortificazione dai castelleri dell’età del ferro ai forti ottocenteschi, sono esposti anche riproduzione di macchine d’assedio ed una sala è dedicata agli ingegneri militari italiani dal medioevo all’età moderna. In appositi locali sono presenti un ricco archivio dai primi dell’800 e una biblioteca specializzata in architettura e ingegneria militare e in storia dell’Arma del Genio. Attualmente il Museo del Genio è chiuso in quanto lavori di sbancamento, per un parcheggio sotterraneo, nell’adiacente via Corridoni hanno creato problemi di statica che si spera saranno risolti in breve tempo.
Roberto Filippi
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