"Sei
stato nominato!"
Per entrare nella casa del Grande Fratello!!
Anzi per meglio dire della Grande Sorella...
Che pasticciaccio questo remake dell'omonimo horror con
Christopher Lee datato 1973, autentico cult in inghilterra
e negli Stati Uniti e precursore di tante fiabe nere ambientate
in comunità campestri, ma pressochè sconosciuto
da noi. Il regista Neil LaBute non opera sostanziali cambiamenti
al copione originale, a parte l'ambientazione, da un'isola
della Scozia ad un'isola della costa del Maine e l'introduzione
di una chiave di lettura "matriarcale" alla pellicola
a danno dello spirito di devianza ieratica dell'originale.
Lo sceriffo Edward Malus è il prescelto che, sconvolto
per essere stato testimone impotente di un orribile incidente,
in risposta ad una richiesta di aiuto da parte di una donna
un tempo amata, si reca sulla piccola Summers isle. Giunto
sull'isola Edward inizia ad indagare sulla scomparsas della
figlia della donna, scontrandosi con una strana comunità
matriarcale dedita al culto pagano della dea della fertilità,
Cibele.
E qui cominciano i guai, anzi il vero colpo di scena ad
opera del regista che devia lo spirito del film sulla ritrita
guerra dei sessi riprendendo un discorso già iniziato
in "Nella società degli uomini". Peccato
che poco o nulla riesca ad aggiungere, anzi il dato femminile
che dovrebbe rappresentare la novità del remake risulta
esasperante ed inutile, denunciando una cronica mancanza
di idee. Non so riesce bene a capire se il regista volesse
creare un detective movie o un peana misogino - visto il
campionario di diaboliche megere, mentre la trama scade
ben presto nell'inverosimile al punto di infastidire.
A salvare la pellicola e rubare la scena all'eroe
è la cattivissima Ellen Burstyn nei panni di Lady
Summerilse, versione femminile di Lord Summerilse interpretato
a suo tempo da Lee. Ma è sola contro la regia spenta
di LaBute che rubacchia le atmosfere di "The Village",
una sceneggiatura senza brio o suspance e la totale inespressività
di Nicholas Cage, decisamente al suo peggio. Pietrificato
in un'espressione attonita è riuscito nell'ardua
impresa di superare Clint Eastwood dei tempi di Sergio Leone,
e non porta neppure il cappello.
Dante Picca
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