PYONGYANG
Il Museo delle Amicizie dedicato ai regali
che vari capi di stato, negli anni hanno regalato a Kim
Il Sung, il “Presidente Eterno della Repubblica”
della Corea del Nord, ed in seguito al figlio Kim Jong-il,
è stato scavato nella montagna per poter resistere
a un attacco nucleare. In caso di conflitto nucleare, a
testimonianza dell’umanità, sopravvivrebbero,
secondo l’autore: un consistente numero di svizzeri
(per Delisle, i più grandi paranoici del mondo),
qualche scarafaggio, qualche scorpione e tutti gli oggetti
contenuti nel Museo dell’Amicizia. «Meglio farsi
irradiare a morte…». Questo, in estrema sintesi,
uno dei commenti alle cose viste e sentite nel suo viaggio
a Pyongyang, capitale della Corea del Nord, dell’autore,
fumettista in trasferta di lavoro, protagonista del suo
stesso fumetto. Reporter divertente e divertito, Delisle
racconta i suoi due mesi nella capitale più blindata
del mondo, costretto a vivere in albergo, nell’impossibilità
di parlare con chiunque non fosse uno straniero occidentale
in viaggio o una guida-interprete ufficiale. Un libretto
che narra la paranoia e l’orgoglio di una popolazione
in ostaggio di se stessa, delle «proprie» idee
e di una dinastia di presidenti-dittatori.
Fumetto in bianco e nero, Pyongyang potrebbe risultare anche
una strana guida turistica, che accompagna il viaggiatore
tra i monumenti ed i quartieri della capitale coreana con
disegni e commenti sulla surrealtà del viaggio. Sicuramente
una giuda che può dare due soli possibili risultati:
invogliare a viaggiare nell’ultimo baluardo del comunismo
orientale o farci cancellare questa meta da qualsiasi tour
vacanziero.
Con Persepolis, Pyonyang è sicuramente un alfiere
del nuovo fumetto di narrativa multiculturale.
Ruggero Signoretti
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