Mediterranea

bellissima

La premiata ditta Jonathan Dayton e Valerie Faris si è fatta le ossa realizzando video clip e documentari musicali, fanno quindi parte a tutti gli effetti di quella generazione di registi usciti dalla scuola di MTV come Mark Romanek, ma a differenza del più celebre collega non cadono alla prima prova con un lungometraggio.
Little Miss Sunshine è una vera sorpresa, premiato al Sydney Film Festival 2006 il film è diretto con grazia e senso dell’umorismo ed è sorretto da un cast affiatato ed estremamente credibile nelle vesti di una banda di perdenti allo sbaraglio.
Già, di questo si parla in questo film: la grottesca ossessione tutta americana del mito dei vincenti e dei perdenti, con relativo indottrinamento mediatico. L’ottima sceneggiatura di Michael Arndt mette sotto i riflettori un tragicomico campionario umano – soprattutto maschile – intrappolato in nevrosi paradossali e allo stesso tempo desideroso di una forma di integrazione sociale. L’occasione del riscatto arriva per la famiglia Hoover grazie alla più piccola del clan, Olive, selezionata per partecipare ad un concorso di bellezza per bambine, Little Miss Sunshine appunto.
Ecco dunque balzare in sella, o meglio balzare su un pulmino degno del Gruppo TNT, papà Richard, di professione “motivatore”; mamma Sheryl; il nonnino, erotomane ed espulso dalla casa di riposo perché pizzicato a sniffare, lo zio, massima autorità statunitense su Proust e suicida fallito e Dwayne, adolescente patito di Nietzsche che ha fatto il voto del silenzio e dell’odio per entrare in aeronautica. Ben stipata nel furgoncino Wolkswagen giallo, l’Armata Brancaleone si avvia verso l’assolata California al seguito della piccola miss. Fin qui la pellicola potrebbe ricordare le assurdità del lessico familiare alla “I Tenenbaum”, ma, sia per le caratteristiche del road movie che assume la vicenda sia per l’approccio più caustico della coppia alla regia, Little Miss Sunshine risulta più concreto e focalizzato sul tema portante. Se una volta era la religione l’oppio dei popoli, oggi è la pubblicità che educa le menti al culto delle apparenze, tanto che per rincuorare la piccola Olive il nonno le assicura di amarla non per la sua personalità, ma peil fatto che è la bambina più bella del mondo! Si stava meglio quando si stava peggio? Non c’è risposta, ma c’è empatia per un’umanità che non riesce ad accettarsi come normale ed amarezza per i piccoli sogni americani che si svelano grotteschi e agghiaccianti, come nel caso del concorso per piccole miss, esposte come fenomeni da baraccone in una sfilata che le vede scimmiottare pose da pinup in disgustoso contrasto con la semplicità dell’infanzia. E non illudetevi che sia una finzione cinematografica: le immagini del concorso sono reali.
Avete l’amaro in bocca? Bene.

Dante Picca

Little Miss Sunshine

Titolo originale
Little Miss Sunshine
Nazione
USA 2006
Genere
Commedia
Durata
101 minuti
Regia
Jonathan Dayton ,Valerie Faris
Cast
Steve Carell, Toni Collette, Greg Kinnear, Alissa Anderegg, Alan Arkin, Cassandra Ashe, Abigail Breslin, Paul Dano
Trama: Gli Hoover sono una famiglia particolare: il padre Richard è un motivatore che ha realizzato un programma in nove punti che cerca di vendere, la madre Sheryl fa di tutto per tenere insieme la famiglia, anche se ha appena portato a casa il fratello, studioso gay di Proust che ha tentato il suicidio per un amore finito male. Completano la famiglia Dwayne, quindicenne che ha fatto il voto del silenzio per riuscire ad entrare in Areonautica, il nonno cacciato da una casa di riposo perché sniffa eroina e infine Olive. E' lei la protagonista del weekend. Avendo passato le selezioni del concorso di bellezza Little Miss Sunshine, tutta la famiglia la scorterà in California per la grande finale.

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