IL
SOGNO AMERICANO DI MUCCINO
Gabriele Muccino con “La ricerca
della felicità”, il suo film d’esordio
a Hollywood che negli Usa ha sbancato ai botteghini, ha
davvero dato il meglio di sé. Ispirato alla vita
dell’afroamericano Chris Gardner, racconta la storia
di un padre di famiglia (un intenso e poetico Will Smith)
che non riesce ad arrivare alla fine del mese; un uomo considerato
un fallito dalla propria moglie che, stanca dei debiti e
dei continui insuccessi del marito, decide di lasciarlo
per cercare fortuna a New York. Ritrovatosi così
con il peso della responsabilità di occuparsi da
solo del proprio figlio di cinque anni, il protagonista
non si rassegna a vivere nell’infelicità e
nella miseria. In una società come quella statunitense,
divisa tra vincenti, cioè coloro che nella vita ce
l’ hanno fatta, e perdenti, coloro che non ce la fanno,
egli è pronto a tutto pur di realizzare il sogno
americano per assicurare un futuro felice a sé e
al suo bambino. Ma per Chris la strada verso la felicità
è in salita ed è scandita da insuccessi, delusioni
e sofferenze al punto da trovarsi nella paradossale situazione
di indossare il suo abito migliore la mattina per lavorare
come stagista in una grande società finanziaria e
la sera di dormire con il suo bambino nei dormitori per
i senzatetto o nei bagni pubblici della metropolitana.
Ne “La ricerca della felicità” Muccino
abbandona le tematiche borghesi dell’incomunicabilità
familiare, centrali nei suoi film precedenti, per raccontare
una storia tipicamente americana, ma come solo un cineasta
italiano può fare. È Vittorio De Sica, il
grande maestro del Neorealismo (fiore all’occhiello
del cinema italiano) a ispirare regista e attori: c’è
“Ladri di biciclette” nella solidarietà
tra padre e figlioletto (“sei un bravo papà”
dice il piccolo mentre l’uomo gli rimbocca amorevolmente
le coperte nel dormitorio pubblico), nella disperata determinazione
e nella dignità del protagonista, nella drammaticità
del volto e nell’amarezza delle lacrime del suo bambino
che le circostanze della vita hanno portato a crescere troppo
in fretta. Addirittura alcune sequenze rievocano “La
vita è bella” di Benigni, in particolare quella
in cui Chris cerca di trasformare agli occhi del figlio
la drammatica situazione di dormire in un bagno pubblico
in un gioco; però il piccolo non è ingenuo
come il protagonista del film di Benigni, ma maturo come
il bambino del capolavoro di De Sica: infatti, pur essendo
consapevole che non si tratta di un gioco ma della dura
realtà, finge di crederci per aiutare il suo papà
in difficoltà. Di grande intensità espressiva
è la magistrale prova d’attore di Will Smith
(candidato ai Golden Globe) che per la prima volta si è
trovato a recitare accanto a suo figlio (nella realtà
come nella finzione): questa è indubbiamente la migliore
interpretazione della sua carriera.
Ester Carbone
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Cast |
Will Smith, Thandie Newton,
Jaden Smith, Chandler Bolt, Domenic Bove, Ian Baptiste, Aida
Bernardino, Mia Bernardino, Richard Bischoff |