FACCE DI BRONZO
Torna dopo due anni sulla scena romana l’eclettica
Grazia Scuccimarra: laureata in legge, corrispondente sportiva,
insegnante di diritto ma, soprattutto, autrice, attrice
e regista teatrale.
L’Italia intera è stata spettatrice dei 21
spettacoli comico-satirici da lei scritti e interpretati:
monologhi e commedie brillanti a più personaggi,
grazie ai quali ha ricevuto, nel corso della sua carriera
artistica, numerosi premi (nel 2005 le è stato conferito
il Premio della Società Dante Alighieri per la cultura).
Torna oggi a entusiasmare il pubblico con
il suo nuovo spettacolo “Facce di bronzo”, che
per un mese ci offrirà un mix di ironia, sarcasmo
e risata liberatoria, senso del ridicolo e paradosso: uniche
armi utili, secondo la Scuccimarra, a provocare almeno un
graffio su quella “dura, liscia e insopportabile faccia
di bronzo”.
La faccia di bronzo ce l’ha chi compie
le peggiori azioni e sembra non accorgersene nemmeno, ce
l’ha chi non ha remore rimorsi o ripensamenti, chi
non conosce vergogna per quello che fa e che, perciò,
imperterrito continua a fare.
“Guarda, come se niente fosse!” è la
frase che solitamente accompagna il passaggio di quelle
facce.
E questo essere impermeabili, inattaccabili che è
proprio delle facce di bronzo provoca, in chi entra in contatto
con tale duro metallo, un ineluttabile senso di impotenza,
di frustrazione: vorresti spaccargliela quella inalterabile
faccia, ma è di bronzo appunto, ti farai male solo
tu, ti spaccherai qualche osso mentre lei ti sfilerà
sotto il muso beffarda.
Il consiglio? Per non soccombere fai
appello a tutte le qualità che la gente ti ha riconosciuto,
accettando la mano complice dell’ironia e della comicità.
Noi spettatori, intanto, prendiamo spunto dalle brillanti
intuizioni che la Scuccimarra mette in scena, per far fronte
alle facce di bronzo in cui, purtroppo, spesso ci imbattiamo.
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