Casino
Royal
Mi hanno trascinato a vedere Casino Royal riottosa e prevenuta.
Come avrete indovinato detesto la saga di James Bond, che
sia interpretato da Roger Moore, Sean Connery, Pierce Brosnan
o non so chi altro.
Quel che non mi piace dei film di 007 è il protagonista
che esce da una tuta da sub fasciato da uno smoking senza
una piega, con i capelli perfettamente in ordine e la barba
rasata di fresco, gli inseguimenti in macchina, moto, bicicletta,
sci o scarpe assolutamente incredibili e una visione dell’universo
femminile a dir poco riduttiva e a dir di più offensiva.
Invece questo onesto film con la regia di Martin Campbell
i difetti di cui sopra non li ha, e intrattiene lo spettatore
con un prodotto ineccepibile per la realizzazione, gli effetti
speciali, la fotografia e la regia, con momenti particolarmente
indovinati, come la sequenza iniziale in bianco e nero o
il corpo granitico di Daniel Craig torturato in modo originale
quanto dissacrante.
Certo non aspettatevi niente altro che un’ora e mezza
di puro intrattenimento, nessuno vincerà un oscar
e neppure una grolla d’oro, ma certo non si può
dire che la sceneggiatura sia scontata e le scene d’azione
sono molto coinvolgenti.
Insomma non si scade (troppo) nel ridicolo, James è
una simpatica canaglia, i cattivi sono cattivissimi e i
buoni non così buoni da sembrare noiosi.
Un plauso comunque a Daniel Craig, perché il film
funziona anche, soprattutto grazie a lui.
Interprete di ruoli complicati ed estremi, non da “tappeto
rosso”, anche in questo film per il grande pubblico
riesce a dare spessore ad un personaggio che, mi perdonino
gli appassionati del genere, non ne ha assolutamente.
Eva Green è dotata invece di una bellezza non stereotipata
che si concentra soprattutto nello sguardo ironico e sfuggente.
Non l’abbiamo ancora vista in ruoli che mettano proprio
alla prova le sue capacità recitative e aspettiamo
per dare un giudizio che non sia soltanto estetico.
Giancarlo Giannini invece sembra sempre un pesce fuor d’acqua
in questi filmoni da un sacco di soldi (vedi Hannibal, Il
profumo del mosto selvatico ecc...) troppo bravo per fare
il semplice caratterista, così come Judi Dench, che
poco ho apprezzato mentre armeggiava sul comodino con un
meccanismo più adatto a porgerle dei ferrero roche
che a mostrarle la situazione mondiale…
Molto pił a suo agio l'altro attore "di casa nostra" Claudio Santamaria nella parte di cattivo silenzioso e inarrestabile (un po' troppo inarrestabile....)
Ludmilla Vipiteno
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