Lorenzo (un intenso e convincente Fabio Volo) è un giovane avvocato rampante e spregiudicato, che quando riceve uno scossone dal destino si trova a fare i conti con l’imprevisto e si scopre impreparato psicologicamente ad affrontare la nuova realtà. Sente vacillare le proprie convinzioni e certezze e, di fronte all’oscura malattia che lo ha colpito, ha difficoltà a gestire la propria emotività: vive sospeso, quasi in bilico nell’attesa di conoscere l’entità del proprio male. Tra ansie e ripensamenti mette in discussione le scelte vita operate fino ad allora e, in questa sofferta analisi di se stesso, comincia a vedere più chiaro e a prendere consapevolezza di ciò che veramente conta nella vita. In questo breve ma intenso percorso di crescita imprevista diventa fondamentale per Lorenzo l’incontro con Giovanni (un grande Ninetto Davoli) suo vicino di letto nell’ospedale. Questo sanguigno camionista condannato dal cancro, cui la malattia non ha spento la voglia di scherzare, disorienta Lorenzo. Fra i due nasce un rapporto conflittuale ma intenso; le battute venate di toccante umanità, la spicciola filosofia di vita e la disponibilità di Giovanni colpiranno il giovane avvocato che comincerà a rivoluzionare il suo modo di essere. La minaccia di un male incurabile, l’attesa e l’ansia per i risultati della biopsia, l’incertezza, la paura e la sofferenza che si respira nelle corsie d’ospedale completeranno il suo cambiamento. Lorenzo imparerà a guardarsi attorno e a riscoprire il valore delle cose semplici e autentiche, andrà alla ricerca di una verità più profonda compiendo un viaggio dentro di sé che lo porterà lontano dalla vecchia vita. Dimesso dall’ospedale ma ancora in attesa di un responso cambierà totalmente la sua prospettiva: stravolgerà quelle che considerava le sue priorità e comprenderà il significato e la forza della solidarietà. Il titolo del film “Uno su due” è riferito alle diagnosi che non perdonano una persona su due. E Lorenzo, alla fine, sarà quell’uno su due che invece ce la fa. La sua felicità espressa con un sorriso immenso e liberatorio sarà un sorriso alla nuova vita. Nel film simbolico è il volo di Lorenzo con il deltaplano: l’uomo è solo con le proprie paure, per rimuoverle e vincerle vale la pena correre il rischio. Lanciarsi nel vuoto e librarsi nell’aria equivale a superare i propri limiti e a liberarsi dalle paure. “Uno su due” è una commedia umana sul tema della malattia e dell’attesa, ma di fatto è un inno alla vita. Il regista Eugenio Cappuccio pone questa riflessione: la sofferenza e il suo significato quasi come a dire causa ed effetto. Il senso profondo va ricercato nella riscoperta del valore delle cose semplici, quel valore che si dimentica a causa del vivere frenetico e senza senso. Certe botte, certi imprevisti fanno bene perché obbligano l’essere umano a riconsiderare tutto il suo vissuto e in molti casi lo cambiano radicalmente. In ultima analisi è la vita stessa che dà una lezione e offre una seconda possibilità, una nuova chance, quasi una rinascita. Dispiace però pensare che debbano arrivare certe badilate che quasi ti schiantano per aprire gli occhi su ciò che è autentico. Il messaggio è sicuramente chiaro: nella vita c’è tutto un universo, basta saperlo guardare.
Ester Carbone
Uno su due
Titolo
originale
Uno su due
Nazione
Italia, 2006
Genere
Drammatico
Durata
100 minuti
Regia
Eugenio Cappuccio
Cast
Fabio Volo, Anita Caprioli, Ninetto Davoli, Giuseppe Battiston, Tresy Taddei, Agostina Belli, Paolo Rota, Francesco Crescimone, Pino Calabrese
Trama:Tutto quello che possiede Lorenzo l'ha ottenuto con determinazione, senza voltarsi indietro: una casa, amici che lo invidiano, una donna che lo ama, una posizione... quando alla vigilia del "business" che lo farà diventare ricco si affaccia nella sua vita la malattia, ogni suo passo diventa incerto e doloroso come l'attesa dei risultati della biopsia. Eppure sarà proprio questa sospensione fra la vita e la morte, una volta uscito dall'ospedale, a dargli la forza per intraprendere un viaggio lontano dal Lorenzo che era prima per andare in cerca di qualcosa di molto più autentico.
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