È confortante riscontrare che le istanze dei cittadini, anche di piccole comunità periferiche come quella di Vitinia, vengono al fine accolte.
Era una necessità il marciapiede in quella strada che costeggia la stazione, permettendo ai numerosi sprovvisti di due e quattro ruote di transitarvi senza rischi, raggiungendo la fermata ferroviaria della Roma-Ostia o il capolinea del bus locale.
Ora la stradina cambierà aspetto. Non più una sorta di pista per rally urbani, ma ordinata, senza un selvaggio parcheggio in ambo i lati, quando nei pressi esistono parcheggi organizzati, e senza infangarsi nei giorni di pioggia.
Ai Municipi il disbrigo delle “piccole” incombenze, mentre all’Amministrazione centrale i grandi eventi come, ad esempio, il programma di restyling delle stazioni della Roma-Ostia, pure se alcune hanno bisogno di una completa ristrutturazione, più che un restauro.
Questa potrebbe essere anche l’occasione di porre il primo mattone per la già prevista stazione di Malafede-Giardino di Roma, oltre a prendere in considerazione il progetto che un gruppo di associazioni di artisti hanno presentato alla società addetta alla gestione della linea ferroviaria, per realizzare un percorso espositivo che colleghi Roma ad Ostia con una periodica proposta di espressività contemporanea in immagini e scritture.
Il disinteresse che la Met.Ro. ha dimostrato alla proposta non si è limitato alla mancata risposta alle lettere, ma anche alla richiesta di conoscere le modalità per poter ottenere l’affidamento di spazi non utilizzati all’interno delle stazioni, come è accaduto a Vitinia con l’associazione Genesi, per un’attività artistica. Forse attraverso dei bandi a progetto?
Anche l’Amministrazione capitolina sembra che non offra l’orecchio alle richieste dei cittadini del Celio per utilizzare i nuovamente liberi spazi dell’ex Casa del Popolo di via Capo d’Africa, non solo come asilo, ma anche come luogo di produzione artistica.
Molti sono i gruppi e le associazioni presenti a Roma che da anni chiedono degli spazi dedicati alla produzione artistica, ma dopo la mozione che nel 1999 il consigliere DS Luisa Laurelli fece approvare, impegnando l’allora giunta verso l’arte contemporanea, non si è fatto più nulla. Da tempo si è in attesa di una nuova mozione che prenda significativamente posizione sulla necessità di una “Casa delle Arti Visive”, ma le impellenze sono altre.
Un’esigenza tanto più urgente quanto il progetto che il Comune di Roma ha varato per dare all’ex Mattatoio la fisionomia della “Città delle Arti” e che nell’ex autoparco capitolino – tra porta Portese e viale Trastevere – si realizzerà un’area attrezzata per le arti affidata all’associazione Rialtoccupato.
La città si trasforma, si evolve verso l’arte contemporanea, ma forse si potrebbe ascoltare le esigenze degli artisti, produttori dell’arte, e non solo interpellare docenti di chiara fama e artisti affermati che, con i loro studi, vivono pascendo le loro membra in un mercato viziato, per dare una consulenza sulle esigenze dei gestori del “prodotto” finale che vogliono proporre.
Poi abbiamo una serie di strutture abbandonate o non utilizzate pienamente, come ad esempio il complesso militare tra via Ostiense e via del Porto Fluviale che appare occupato o forse concesso, ma a chi e con quali modalità non è accertato. Quali prospettive nel prossimo futuro per le strutture militari del Trullo e di Vitinia? I responsabili del patrimonio militare o dell’Agenzia del Demanio saranno disponibili a prendere in considerazione l'utilizzo di strutture militari dismesse da parte di un consorzio di associazioni di artisti per laboratori e spazi espositivi? Forse è il caso di ristrutturare i diversi edifici e adibirli, se non al pubblico utilizzo, ad abitazioni per i militari. È già grave la situazione abitativa che non è il caso di aggravarla con la mancanza di alloggi per una categoria di lavoratori che sono avvezzi ai sacrifici, ma ai quali si potrebbe dimostrare un po’ di riconoscenza per quello che fanno e non in interventi militare, ma in attività di protezione civile e umanitaria.
Un altro positivo esempio, dopo il marciapiede di Vitinia, è la riapertura al pubblico del Parco degli Scipioni. Una riapertura che avviene dopo impegnativi lavori di riqualificazione, ripristinando tra l'altro, il disegno delle aiole come lo aveva progettato l'architetto Raffaele De Vico agli inizi degli anni Trenta. Torna così frequentabile uno spazio verde attrezzato, vicino all'Appia Antica e confinante con via Latina, ricco di testimonianze archeologiche come Colombario di Pomponio Hylas e il Sepolcro degli Scipioni. Il tutto grazie all’impegno dell’Assessorato alle Politiche Ambientali.
Gianleonardo Latin