Scontro di passioni
“Eva contro Eva” era il titolo di un bellissimo film di qualche tempo fa con una Bette Davis semplicemente e una Anne Baxter che sapeva reggere il confronto. Le due donne, colonne portanti in “Diario di uno scandalo” sono Judy Dench e Cate Blanchett. Due grandi attrici impegnate in una gara di bravura, un’intrigante sfida di recitazione. Judy Dench, occhi penetranti di ghiaccio in un volto di grande carattere, è un personaggio alla Bette Davis appunto, ha il suo stesso spirito cattivo e candido. Autoritaria e perfida quel tanto che basta è carismatica e imponente nella recitazione di chiaro stampo teatrale. Cate Blanchett, bionda, lineamenti delicati, pelle di porcellana trasparente, aristocratica e fragile, deliziosamente femminile ma forte e intensa nella sua recitazione. Due donne a confronto, due attrici di grande spessore, talmente brave da lasciare il segno. Le ricordiamo, entrambe strepitose nel ruolo della grande regina Elisabetta I che valse l’Oscar alla Dench in Shakespeare in Love. Non da meno la Blanchett che vinse lo stesso premio con “The Aviator” e questo è quanto per consacrarle. In “Diario di uno scandalo” sono due insegnanti: una, lesbica e algida, l’altra, fragile e immatura. Barbara Covett (J. Dench) è una anziana professoressa autoritaria e severa in una malandata scuola superiore di Londra. Vive sola e non ha amici, l’unico affetto è la gatta Portia che riempie di attenzioni. Ma la sua prospettiva, apparentemente rigida, cambia quando incontra la nuova insegnante di arte della scuola, la bella e delicata Sheba (C. Blanchett); ne è istintivamente attratta e cerca subito di diventare sua amica. Barbara ha l’abitudine di annotare la sua vita su un diario segreto e, quando scrive di Sheba, decora con stelline d’oro le pagine che le dedica; quelle stelline simboleggiano la sua felicità. È Barbara, infatti, la narratrice del film, è lei che riempie le pagine bianche, è lei che dispensa i suoi segreti nascosti. Quando però scopre che Sheba, già moglie di un uomo molto più anziano e madre di un adolescente con la sindrome di down, ha un amante minorenne, un ragazzo quindicenne della scuola, minaccia di raccontare tutto e di fare scoppiare uno scandalo. Barbara è ferita perché segretamente innamorata della giovane collega, si sente tradita e piena di rabbia. C’è qualcosa di spaventoso e di terribilmente umano nell’illusione che lei coltiva: diventare amica per la vita e per la pelle di Sheba e, così, pur di averla come compagna, baratta la sua complicità, il suo silenzio, con l’affetto di lei. L’altra accetta, ma il sottile ricatto e i segreti che entrambe condividono mettono in luce le ossessioni prepotenti di Barbara e le menzogne e le contraddizioni di Sheba. Con la morte di Portia, la gatta, la situazione precipita e tutto va storto.
Tratto dal bestseller di Zoe Heller “Diario di uno scandalo” è un melo-thriller dove nulla è come sembra. Raccontato con crudo realismo dal regista Richard Eyre, è tutto giocato sull’intimità di due donne profondamente sole e ossessionate dai reciproci impulsi amorosi. Eyre mette in scena amori torbidi e proibiti disegnando su misura due figure, due personaggi perfettamente calzanti. Sheba è una creatura “strana”, dai forti contrasti: materna e infantile, angelica e dark, fragile ma con una carica sensuale prorompente. La sua insicurezza la porterà verso una passione innaturale, sbagliata che travolgerà come un ciclone la sua vita. È una creatura alla deriva che, illudendosi ingannerà se stessa. Barbara è una donna dura inflessibile, di polso, ma anche disperata, sola, vittima delle proprie fantasie e della sua ossessione per la giovane Sheba. Sembrano l’una l’opposto dell’altra ma Barbara e Sheba sono due facce della stessa medaglia: due vite precarie, due solitudini diverse che invece di comprendersi si distruggono a vicenda: due donne che per amore perdono completamente il controllo facendosi del male.
Ester Carbone |