I
MODELLI DEL BAROCCO
Si è chiusa da poco la
mostra, a Palazzo Venezia, sul “700 a Roma”
che ripercorreva quel secolo così importante per
la città e se ne apre un’altra di pari peso
avente per tema il secolo precedente, il ‘600 fastoso
e miserabile, regno di mille contraddizioni, teatro di quel
barocco in cui Roma ebbe una posizione di primo piano.
L’esposizione è curata da Paolo Portoghesi
e Marcello Fagiolo e prende in esame soprattutto la parte
centrale del XVII secolo con i pontificati di Urbano VIII
Barberini (1623-1644), Innocenzo X Pamphilj (1664-1655)
e Alessandro VII Chigi (1655-1666), un quarantennio di estremo
interesse nella storia dell’arte in cui primeggiano
i geni di Bernini, Borromini e Pietro da Cortona che rinnovarono
il volto di Roma dandogli quell’aspetto che ancora
oggi mantiene.
Le opere esposte sono oltre centocinquanta e si articolano
in quattordici sezioni che esaminano minutamente l’epoca,
i suoi protagonisti, le loro opere sia realizzate che allo
stato di progetto. Pur essendovi in mostra dipinti, busti,
oreficerie, libri, stampe, il grosso del materiale esposto
si riferisce all’aspetto architettonico, sono decine
e decine i progetti, gli schizzi, i disegni di grandi edifici
sacri o profani, di minuti particolari architettonici dovuti
alla mano dei grandi progettisti sopra citati; non mancano
inoltre disegni e progetti per apparati effimeri e decorazioni
per mobili ed arredi interni.
Un aspetto particolare della mostra è costituito
da numerosi modelli di edifici realizzati e non, fortunosamente
sopravvissuti alle vicende della storia e che costituiscono
motivo di vivo interesse.
Le sezioni iniziano con l’esame del contesto politico,
l’emarginazione politica del Papato, e di tutta l’Italia,
nel contesto europeo, lo sviluppo della Controriforma, il
nascere dell’arte barocca considerata la più
idonea per testimoniare il fasto, la potenza, la gloria
della Chiesa Cattolica e i cui impulsi si spandono per l’Europa
e, attraverso la Spagna, anche nell’America Latina.
Ed in mezzo a una miriade di artisti di ogni genere Bernini
e Borromini emergono come geni dell’architettura e
Pietro da Cortona ed il Baciccio come massimi pittori del
Barocco; di loro sono esposte alcune opere significative.
Altre
sezioni prendono in esame varie attività dell’epoca:
musica, teatro, giochi di Carnevale, feste religiose, la
scienza con i suoi poli principali, il Collegio Romano,
il Convento dei Minimi a Trinità dei Monti, l’Accademia
dei Lincei e poi la decorazione interna dei palazzi, gli
apparati effimeri per funerali ed altre celebrazioni. Una
sezione ha il titolo di “Barocco interrotto”
e comprende la documentazione di opere non realizzate per
vari motivi o andate perdute; si possono esaminare la distrutta
Villa Sacchetti al Pigneto, il progettato Foro Pamphilj
a Piazza Navona, il Terzo Braccio del Colonnato di San Pietro,
il progetto mai realizzato per il Louvre del Bernini. Quest’ultimo
rappresenta il culmine dell’influenza del Barocco
Romano in Europa con la convocazione a Parigi del Bernini
da parte di Luigi XIV per ristrutturare un edificio di tale
importanza.
Nelle sale di Castel Sant’Angelo si alternano opere
di ogni tipo tutte intese a ricreare il clima di quel secolo
irripetibile con la sua grande messe di artisti che fecero
di Roma il centro dell’attività artistica dell’intera
Europa.
Roberto Filippi
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