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BREVISSIMA RIFLESSIONE SULL'ARTE COSIDDETTA CONTEMPORANEA

La problematica dell'arte contemporanea esigerebbe montagne di saggi per analizzare, distinguere, dirimere. Ma come si fa a parlarne in poche righe? Eppure è una magia che dobbiamo tentare. La sintesi della sintesi rischia la generalizzazione, e anche questo ci perdonerete.
Dunque, vediamo, è crisi? Meglio dire: è confusione. Confusione di valori, qualità, significati, ambiti. Purtroppo non esiste una dittatura illuminata che impedisca "eventi" e manifestazioni palesemente velleitarie a chiunque abbia la faccia tosta di proporsi. Pare che in Italia circolino in frenetica attività circa 40 milioni di sedicenti pittori e scultori (scherzo, ma mica tanto!), ed ognuno, coltello tra i denti, è deciso ad emergere. II buon dilettante di una volta, dimesso ed onesto, non esiste più: si parla in giro solo di artisti "professionisti". La critica, quella seria e severa, dovrebbe porre argine a questa alluvione. Ma come si fa? La confusione dei "parametri" cosiddetti estetici è somma, diciamo (tanto per stabilire una data) dal 1945 ad oggi, cioè all'incirca dalla conclusione ed archiviazione delle avanguardie storiche. Da allora si vive parassitando e "grattando" sulla pelle dei nobili pachidermi per giustificare, avallare e nobilitare presunte e presuntuose neoavanguardie. Rifugiarsi nel mestiere? Nella sacrosanta qualità tecnica? Impossibile; si rischia la morte civile, il frettoloso sudario di "mestierante" imposto dalla spiccia, convulsa (e confusa) critica militante. E poi, diciamolo, tanti e devianti sono i giochi di prestigio, i pretesti contenutistici, i labirinti e gli alibi concettuali, da ingannare spesso anche le lenti d'ingrandimento di attenti critici; figuriamoci il povero e sprovveduto spettatore comune! E allora che fare per sopravvivere all'onda anomala e dilagante?! La risposta sarebbe facile, nel rivolgersi sopratutto al critico responsabile: onestà, severità, coraggio. Coraggio per esempio di stroncare "eventi" ed "artisti" presuntuosi e pasticcioni. Se accade per il cinema, il teatro, la musica, perché non accade mai nel recensire arte ed artisti censurabili? Perché sostenere l'aria fritta di pseudoartisti? Tutti amici degli amici? Su, guardiamoci in faccia...

Luigi M. Bruno


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