vedute
di roma
A Fonteiana, verso il 3000
dispersa e rannicchiata
nell’attimo di luce
ogni sillaba è parola smisurata.
Rintocchi di campane riportano stupori dell’infanzia
domenica sognata e già finita nel tempo d’un
programma.
Nella vetrina rosa di confetti si annunciano prodigi:
- Paste e mignon a metà prezzo...dopo le 18-
scena che resta immobile e fugace;
altrove non c’è nulla.
Nell’attimo-giorno che scompare
la faccia stralunata del buon 44,
raro animale, è già ricordo,
come potrei salire?
Riflessa nello specchio del Bar-Pasticceria
anch’io son già…passato.
Ma se dopo, restasse qualcosa, tra sensazioni e nostalgie,
rimpiangerei sempre il corpo,
fonte infinita di piacere
e questo riflesso di me nella vetrina
nell’aria calda ventosa d’ottobre
attimo fermo d’estenuante bellezza.
(Da: “Vedute di Roma”
di Sarina Aletta)
|