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Mediterranea

A CIASCUNO IL SUO (DIO)

Occidente e mondo arabo, crociati e islam, terrorismo e poesia, amore e morte, questi i temi de “Il mercante di pietre”, prodotto e diretto da Renzo Martinelli. E poi violenza, silenzio, dolore, situazioni che attualmente coinvolgono il mondo intero. Alceo (Mollà) è un professore di Storia dei movimenti terroristici alla Sapienza di Roma; è seduto sulla sedia a rotelle perché nel 1998 ha avuto le gambe amputate sopra al ginocchio in seguito all’attentato all’ambasciata USA di Nairobi dove si trovava per un lavoro giornalistico. È per questo che da allora ha sviluppato la convinzione di quanto sia pericoloso l’estremismo islamico. Alceo ha una moglie giovane e bella, Leda (March) di cui è innamoratissimo pur soffrendo la sua condizione di “mezzo uomo”. Anche lei ha subito uno choc per un attentato sventato all’aeroporto di Fiumicino dove la donna lavora. Leda per distrarsi parte con il marito per un viaggio: destinazione la Turchia, in Cappadocia, dove ci sono i magici Camini delle fate. In questa atmosfera orientale incontra il mercante di pietre (Harvey Kaitel) che gestisce un negozio di pietre preziose. E al professore Alceo, proprio a lui, capita che la moglie, fino ad allora fedele, si innamori di un islamico. Il mercante di pietre è di origine italiana, ma cresciuto in Afghanistan e convertito alla religione di Allah. È un uomo affascinante, un affabulatore, incanta con lo sguardo e con le parole dolci come il miele. Accarezza con voce suadente la sua preda, le dedica poesie dal suono ammaliante, ha un animo sensibile e colto, ma… è anche e soprattutto un membro di una cellula di Al Qaeda, un terrorista. Ad Alceo non poteva capitare di peggio, e quando il mercante di pietre sbarca a Roma per condurre in porto una missione, intuisce la verità. Non ha dubbi sulle intenzioni dell’uomo e mette in guardia la moglie sul pericolo che corre. Lei non lo ascolta più; la forza della passione e poi dell’amore travolge Leda, ma anche il mercante di pietre rimane coinvolto nel suo stesso gioco. Confuso sente vacillare il suo piano nefasto, ma Al Qaeda ordina e le cose precipitano. Leda sarà uno strumento di morte nelle mani dell’amante. Ignara, sale su un traghetto portando con sé l’automobile imbottita di un potentissimo materiale esplosivo, ma il mercante a cui aveva donato l’anima non sarà con lei. In televisione Al Qaeda rivendica l’attentato e il mercante di pietre, redento per amore, disperato rinnegherà Allah (ma Allah non è il terrorismo!). Invocherà il Dio dei cristiani come unico e assoluto e pagherà con la sua vita il sacrificio di Leda.
Con questo film Renzo Martinelli ci consegna l’attualità nuda e cruda; imbastisce la storia su tre personaggi, ma è la tesi di Alceo che il film sposa in pieno nel senso che specchia e condivide l’ossessione del personaggio anche perché nelle parole di Alceo c’è del vero. La “verità” occidentale segue le sue logiche inconfutabili: si combatte una guerra di religione pericolosa perché estrema. Questo il monito del regista: siamo in mano a dei fanatici senza scrupoli e senza umanità. Dalle loro parti la ferocia si consuma in ogni angolo di strada, in modo gratuito; è loro consuetudine come dimostra un video girato illegalmente da Alceo in Somalia: donne lapidate, processi sommari, mani mozzate per non dire altro. Tutto è sotto i nostri occhi nell’orrore più totale e paralizzante. Il messaggio di Martinelli è una frase che mette in bocca al professore: “l’occidente non si è reso conto che il peggio deve ancora venire”. Film ideologico, forse un po’ troppo di parte; qua e là sembra quasi una propaganda. Le nefandezze, purtroppo, appartengono anche al mondo occidentale.

Ester Carbone

IL MERCANTE DI PIETRE

Titolo: The Stone Merchant
Regia: Renzo Martinelli
Interpreti: F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Jordi Mollà, Jane March
Produzione: Martinelli Film Company Int. e Medusa Film
Durata: h 1.47
Nazionalità: Italia 2006
Soggetto: Corrado Calabrò
Sceneggiatura: Renzo Martinelli, Fabio Campus
Musiche: Paolo Buonvino
Costumi: Silvia Nebiolo
Scenografia: Andrea Faini

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