Atteso con emozione,
ma anche come avrebbe detto Artaud, con un vago timore
arriva, puntuale all’appuntamento, il nuovo
spettacolo di Pippo Delbono, il regista-attore-autore
ligure, che ha l’arte di raccontare se stesso
credendo nel teatro, ma ancor più nella vita,
guardandola bene in faccia.
”Questo buio feroce”. in scena al Teatro
Argentina di Roma, in prima nazionale, che si replicherà
fino al 15 ottobre, è certo tra i migliori
lavori nella generosa produzione di Delbono, che da
molti anni ritorna caparbiamente ad obbligarci, tramite
la passione e l’invenzione poetica, a guardare
con occhi consapevoli la realtà che ci circonda,
affinchè, come direbbe Brecht, il mondo possa
essere cambiato. Questa volta l’ispirazione
viene da una strana fatalità. Un libro folgorante
di Harold Brodkey tradotto in italiano, che, lo scorso
anno in Birmania, Delbono si era trovato misteriosamente
tra le mani. Da questo non casuale “incontro”
è nato uno spettacolo essenziale ed elegante
che cresce e si evolve, tra sogno e realtà,
come in un montaggio della mente. Sequenze impalpabili
e rarefatte in una danza tenera e sensuale tra Eros
e Thanatos, mai come oggi drammaticamente avvinti.
E tutto si compie come in un tragico “Varietà”
gioiosamente circense, che piacerebbe a Totò,
a Leo De Bernardinise sicuramente a Pina Bausch. Ma
come raccontare un evento teatrale semplice e sfarzoso,
candido e onesto, forte e diretto come l’accusa
del bambino che colpisce senza offendere? E come tradurre
in parole il piacere degli occhi e i clamorosi silenzi
catturati con grande sensibilità da Gianluigi
Di Napoli fotografo di scena? Sicuramente Pippo Delbono
non finirà mai di colpirci e di stupirci. Come
quando sussurrando l’aria antica di Scarlatti
ci convince che tramite l’arte è possibile
sedurre ed esorcizzare perfino la morte. Insomma,
Delbono e la sua straordinaria compagnia sono la prova
vincente che un altro mondo è possibile, un
mondo diverso che cresce e si arricchisce nello scambio
e nell’armonia dei contrari.
E Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Raffaella
Banchelli, Bobò, Margherita Clemente, Lucia
Della Ferrera, Ilaria Distante, Gustavo Giocosa, Simone
Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni
Parenti e Pepe Robledo, non sono soltanto attrici
e attori bravissimi, ma poetiche creature che insieme
a Pippo Delbono e con la complicità di grandi
poeti, indagano ogni sera, con amore, il mistero della
vita; un viaggio fantastico e concreto dentro la scena
impeccabile di Claude Santerre. Per questo, la sera
della prima, un pubblico eccezionale e numerosissimo
ha partecipato all’evento trattenendo il respiro
per settantacinque minuti. Poi…applausi infiniti.
Sarina Aletta
|
|