NOIR
ROMANO
Claudio Camarca è un duro del giornalismo.
Ha seguito di notte le volanti della polizia, è stato
in Kosovo, ha visitato i campi profughi. E’ scrittore
e regista di cinema, già autore di Ordine pubblico
(1996). Ed è soprattutto politicamente scorretto.
C’è un morto ammazzato e crocifisso col Corano
in mano in uno scantinato di piazza Vittorio. Poi muore
un altro spacciatore, fatto a pezzi. E c’è
l’ispettore Faddi, questurino vecchio stile con la
gastrite permanente: deve risolvere il caso entro poche
ore, siamo alla vigilia delle elezioni e i politici non
vogliono grane. Ma non è un giallo come gli altri:
intanto le descrizioni d’ambiente non lasciano nulla
all’estetismo e richiedono uno stomaco duro. Ce n’è
per tutti: drogati e spacciatori, poliziotti gaglioffi,
mercanti cinesi in odor di mafia, ragazzotti neonazisti,
prostitute immigrate, pregiudicati romani, ambulanti africani,
pensionati poveri, albergatori a ore, e in mezzo a tanto
fango, i volontari della Caritas. In più, una continua
atmosfera piovosa, sporca, quasi oleosa, che permea tutto
e tutti. Man mano che si va avanti scopriamo però
una realtà ben più inquietante: in un disastrato
paesino del Kosovo è stato addestrato un giovane
integralista musulmano, il quale è stato sbarcato
clandestinamente sulle coste della Puglia, ma solo per essere
smistato in un determinato Centro di permanenza temporanea
– vero lager pieno anche di delinquenti – e
dove un imam aiuta chi vuole lui, con la complicità
del direttore. I due morti ammazzati avevano il permesso
di soggiorno firmato proprio in quel campo, e questa è
la pista seguita dal duro Faddi. Altro che droga! Siamo
invece di fronte a una rete terroristica ramificata dai
Balcani alla Stazione Termini, con i vari imam che, oltre
ad essere guide spirituali, gestiscono ben altri contatti,
addestrano giovani integralisti e diffondono le stesse pubblicazioni
piene di odio. Il caso è delicato, non si può
affrontare con la mano pesante. Non vi sveliamo il finale
mozzafiato, ma diciamo subito che il libro è sgradevole
quanto ben costruito, e che l’autore pare saperla
lunga: troppi dettagli non sembrano inventati. Certo non
è un buonista, ma piuttosto un cinico disincantato,
come prescrive il ‘genere’. Ma quelli che ci
fanno la figura peggiore sono proprio i volontari della
associazioni umanitarie, qui descritti come utili idioti
del terrorismo religioso o – peggio – come complici
silenziosi. In fondo con chi parla di religione, un discorso
si può sempre fare. Si può mediare, lo dice
anche l’imam…
Marco Pasquali |
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Titolo:
Nel nome di Dio
Autore: Claudio
Camarca
Editore:
Milano, Kowalski, 2006
Pagine: 431
ISBN: 88-7496-616-4
Prezzo:
15 euro
Trama: Italia.
Oggi. 24 ore: il tempo a disposizione per sventare un attentato
terroristico di matrice islamica. Il giorno delle elezioni.
A Roma. Una caccia all'uomo tra i vicoli della Stazione
Termini e i Centri di Prima Accoglienza per immigrati. Una
lotta contro il tempo condotta da un ispettore di polizia
- Faddi - la cui acida ironia non ha avuto alcun effetto
salvifico né sulla sua vita matrimoniale né
sul suo stomaco sconvolto dall'alcol e dalla crudele, nauseante
realtà. Faddi capisce presto che stavolta il nemico
viene da fuori, sbarcato sulle nostre coste assieme alle
migliaia di disperati che cercano di dare forma a un miraggio
chiamato Italia. Il nemico ha però un obiettivo diverso.
Dare forma al caos. Uccidere. Quanta più gente possibile.
Nella maniera più spettacolare possibile. E' un duello
all'ultimo sangue. Da una parte Faddi, la Legge. Dall'altra
loro, forti di un'altra legge. Che ordina la carneficina,
la strage. Il jihad. Nel nome di dio.
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