Lettera
semi-aperta ad un’amichetta inflazionata
Cara Micetta,
io non avrei dovuto, con tutti i problemi che ci siamo costruiti
attorno, sciupare l'inchiostro per una lettera come questa,
il cui unico effetto sarà un aumento dell'inflazione.
D'altra parte penso che la statica sia una scienza assurda
senza alcun riferi¬mento con la realtà.
Oggi lei mi ha detto che una signora è stata scippata
di tot milioni e mezzo di fogli colorati, davanti alla BNL
dell'EUR. La signora è la moglie di un mio amico.
Lei (mm) prende lo spunto e dice che tot milioni e mezzo
è quasi certamente lo stipendio del marito e io che
valgo di più, avendomi lei scelto, ¬alza un poco
il tono di voce adesso diventa nebulosa - dice e non dice,
si capisce in ogni caso che dovrei guadagnare almeno altrettanto
se non il doppio.
Io valgo ogni giorno di più, e mi comprano ogni giorno
allo stesso prezzo di tempo fa. Io, come tu sai, vivo a
Statcity frazione di Timor e il mio amico a Dyncity frazione
di IOsol.
Chi stabilisce il prezzo giornaliero delle
persone? Per certo, quando è stato stabilito il mio,
senza scatti temporali, io non c'ero nella testa, o ero
nel momen¬to momento e non avevo idea di che cosa fosse
l'inflazione.
La notte scorsa ho vegliato un sogno inflattivo.
Ora che mi è tutto chiaro, cerco di spiegartela,
affinché tu possa evitare o perlomeno limitare i
danni spirituali causati dalla sua persistenza mate¬riale
sul tuo corpo.
L'inflazione ha bisogno di futuro per manifestarsi. Ad esempio,
oggi, lunedì, posso comprare una mon¬gana dando
in cambio due stambecchi e tutto finirebbe lì. A
scanso di equivoci, spiego in dettaglio come vanno le cose.
Oggi, lunedì, catturo due stambecchi e li cedo al
mercato di sotto in cambio di mille fogli di carta. Su ogni
foglio c'è stampato 1. Poi siccome è già
notte, aspetto domani e sogno la mongana.
Domani arriva subito oggi, dunque vado al mer¬cato e
i mille fogli tenuti in serbo dalla notte, provo a cederli
in cambio della mongana. Ma il vissuto di un giorno di sole
in più di lei e il pasto di ieri sera col trifoglio
e la colazione di stamani con due forcate di fieno, rende
dinamico il conto. Ora il proprietario pretende 1.100 fogli
di carta per il fatto del sole, del cibo e anche perché
lui vuole comprare domani una mongana più giovane,
un libro sulla superiorità dei riti vudu e uno sulI'
IVA
Allora io vado da un conoscente che vanta di conoscere per
il tramite di un suo conoscente, il Pre¬sidente del
Paese. Quest'ultimo gestisce la stampe¬ria a colori
e occupa il giorno a tenere il conto di tutti i fogli di
carta colorata con su stampato 1, che in ogni momento sono
in parte nelle tasche dei paesani, in parte nelle tasche
dei conoscenti che conoscono il Presidente, in parte nelle
tasche dei conoscenti del Presidente e in parte nella casa
del Presidente.
Chiedo al conoscente di farmi prestare 100 fogli per un
giorno, con la promessa, pena il mio incar¬ceramento,
di ritornagli domani 120 fogli, più 20 fogli per
lo scomodo suo e dei conoscenti; perché io con il
latte della mongana domattina presto corro al mercato e
ci ricavo 150 fogli. Dieci, della rima¬nenza, li uso
per comprare pane e marmellata.
Anzi, sai che ti dico bella faccia! Dato che ho capito l'intimo
inflattivo, aspetto dopodomani, e con il ricavo, pari a
500 fogli in cambio del latte, ci compro pane, marmellata,
burro, pasta e fieno. E speriamo che mi bastino 500 fogli,
altrimenti devo aspettare il giorno dopo di dopodomani,
quando posso chiedere 700 fogli che sommati al ricavo di
dopodomani, fanno la bella sommetta di 1.200 fogli. Giusto
giusto per avere in cambio, pane, mar¬mellata, burro,
pasta, due bistecche, una mitragliet¬ta difensiva, tre
trifogli, sei forcate di fieno, lì sotto il mercato
del supero, pieno di luci e di vapori femminili.
Allora è già giovedì inoltrato; è
quasi notte. Venerdì alle prime luci, mungo come
il solito la mongana, e dato che ho deciso di passare il
wee¬kend a Stressdown, dove per stirarti i muscoli uno
per uno, vogliono 400 fogli al giorno, vendo il latte a
1.000 fogli. Così mi avanzano 200 fogli; 5 per la
carità di domenica a quelli cui nessuno spiega l'in¬flazione,
anche perché non gli interessa saperlo, 195 che restano
me li mangio come dico io nel fuori orario.
Però ora mi sono confuso; mi pare di
aver dimenti¬cato di dar da mangiare alla montagna una
volta o due, o forse le montagne mangiano da sole, chi lo
sa? e poi ti volevo parlare dell'ultimo disco uscito, che
avrei dovuto comperare ieri, ma i pochi fogli che non avevo,
erano impegnati per il weekend a Stressdown, così
non so se riuscirò mai ad ascoltare Bach per intero,
che comunque sconvolge la mente a tutti, specialmente alle
baccanti. I governi lungimiranti dovrebbero proibirne l'ascolto,
come facevano gli antichi greci.
Facendo perdere la traccia del tempo, Bach fa vedere l'osceno
inflattivo così com' è, e Demetra dai piedi
per terra lo sa.
L'inflazione inflattiva sta divorando il mio neuro si¬stema
vegetale, che purtroppo si riforma in modo cer¬vellotico,
appunto come l'albero sul cervo.
Di recente ho anche scoperto che il mio datore di lavoro
è il proprietario della stamperia di dischi e dovrà
chiu¬dere lo stabilimento senza avere mai ascoltato
né un disco, né un concerto di chicchesia.
Sì, dovrà chiudere lo stabilimento, dove lavorano
tanti babbi e mamme, se neanche io compro il disco. E moriremo
tutti di fame a prescindere da Bacco.
Che confusione.
Si mangiano forse i dischi di Bach?
Ti abbraccio forte forte, senza peraltro consumarti, con
l'intento di contenere l'inflazione inflat¬tiva.
Il tuo micione
Statcity, marzo 2006
Gianni Godi - Roma
da “Turbe da inflatio” |