CHIEDI ALLA POLVERE
Sembra così lontana la Los Angeles degli anni ’30…
Eppure le atmosfere che da lì provengono, raccontate da John Fante in "Chiedi alla polvere", sono assolutamente attuali, familiari al lettore contemporaneo.
Come in altri suoi romanzi, Fante usa come protagonista uno scrittore, un suo alter ego, Arturo Bandini. L’autore si serve della propria biografia, senza tentare di nasconderla o offuscarla.
Questo è un mezzo che spesso rischia di rendere l’opera autoreferenziale, didascalica, pedante. Ma Fante riesce a non esserlo, riesce ad usare la scrittura per ordinare i fatti della propria vita e renderli arte.
La scrittura di Fante è ricca di humour, di immagini poetiche che improvvisamente appaiono e volano per una pagina o per qualche riga, di espedienti narrativi che prefigurano l’assurdo, dove il non detto, l’ignoto e la suspence avranno piena realizzazione nelle opere del Secondo Novecento.
Nella prefazione al libro (Edizione Einaudi, Stile Libero), Alessandro Baricco dice chiaramente che il romanzo può essere definito e riconosciuto in tre storie:
“Prima: un ventenne sogna di diventare scrittore e in effetti lo diventa.
Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico.
Terza: un ventenne italoamericano si innamora di una ragazza ispano-americana e cerca di sposarla.”
La commistione di queste tre tracce in un unico personaggio è la storia di Arturo Bandini, recatosi a Los Angeles dal Colorado cercando l’ispirazione, l’avventura, sperando di riuscire a scrivere e di pubblicare per potersi guadagnare da vivere. La scrittura è un’ossessione vissuta costantemente, anche nei momenti più tragici, quando è la vita ad essere in pericolo.
In tutto il romanzo la solitudine del protagonista cammina sommessamente provocando nel lettore una partecipazione emotiva che non permette di arrestare la lettura con facilità.
Silvia Tucci |
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L'autore
John Fante nacque l'8 aprile del 1909 da una famiglia italo americana di origini abruzzesi a Denver in Colorado. Trascorse l'adolescenza a Boulder dove frequentò le scuole e l'Università. Trasferitosi definitivamente a Los Angeles, nel 1932 apparve il suo primo racconto su "The American Mercury". Nel 1937 si sposò con Joyce Smart da cui ebbe 4 figli ed iniziò a collaborare con Hollywood. Nel 1938 pubblicò il suo primo romanzo, 'Wait Until Spring, Bandini' e nel '39 'Ask The Dust' (Chiedi alla polvere). Nel 1940 pubblicò 'Dago Red', una raccolta di novelle e nel 1952 il romanzo Full of Life da cui sarà tratto un film che otterrà una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura. Nel 1957 in Italia lavorò come sceneggiatore per Dino De Laurentiis. Nel 1977 perse la vista a causa del diabete. Detterà alla moglie l’ultimo romanzo "Dreams from Bunker Hill". L'8 maggio del 1983 John Fante morì a 74 anni. |