Angeli
e Demoni di Dan Brown
La vicenda, che propone un intreccio di mistero,
religione, arte ed esoterismo, ruota attorno a un complotto
ordito contro il Vaticano da una temibile setta segreta,
gli Illuminati, che, secondo il racconto di Dan Brown, fu
fondata all’epoca della Controriforma da alcuni scienziati
intenzionati a difendere la libertà e l’autonomia
della scienza di fronte alla religione. Perseguitati dalla
Chiesa, infiltratisi tra le logge massoniche e insediatisi
in ruoli di massimo rilievo politico ed economico gli Illuminati
fecero successivamente perdere le loro tracce fino a sparire.
Tutti li credono ormai estinti fino a quando, alla vigilia
delle elezioni papali, giunge una sconvolgente minaccia:
gli Illuminati sono tornati per compiere la loro missione
e distruggere definitivamente la Chiesa. Hanno sottratto
dai laboratori segreti del CERN un campione di antimateria
dal potere distruttivo maggiore di una bomba atomica e lo
hanno programmato per esplodere nei sotterranei della Città
del Vaticano. Ma non è tutto: hanno rapito quattro
importanti prelati che vogliono assassinare pubblicamente
in diversi luoghi della città di Roma, dopo averli
marchiati a fuoco con i simboli degli elementi mistici della
scienza: terra, aria, fuoco e acqua. Robert Langdon, che
l'anno successivo diventerà protagonista del famigerato
“Il Codice Da Vinci”, viene contattato in qualità
di esperto per scoprire le mosse dei congiurati…
Questo lavoro di Dan Brown, pubblicato in
Italia soltanto dopo il grandissimo successo de “Il
Codice Da Vinci”, è un divertente libro d’azione
che si legge agevolmente, figlio di un certo tipo di letteratura
di intrattenimento che si concentra sul colpo di scena,
sulla sorpresa, persino sul riconoscimento finale tanto
caro al teatro greco. Dan Brown intrattiene quindi egregiamente
il lettore con uno stile semplice e diretto, quasi troppo
semplice e diretto verrebbe da dire, con questa storia ricca
di suspence.
Il problema è che leggendolo mi sarei
divertita anch’io, se fossi stata un americano medio
con una cultura media. Peccato che sia un europeo medio
con una cultura media, e per di più anche romana,
e mi domando perché mai, visto che Brown ha scelto
di ambientare il romanzo in Italia, non si è documentato
un po’ meglio. Non poteva farsi pagare un viaggio
a Roma dal suo editore? Scaricarsi una mappa della città
da internet?
L'ambientazione della storia infatti è
un vero scempio. "Angeli e Demoni" è ricco
di tali e tanti errori da lasciare sbalorditi.
Tralasciando nomi e cognomi dei personaggi che suonano ridicoli,
compreso il capo delle guardie svizzere, che quindi dovrebbe
essere svizzero, ma si chiama Olivetti…
Il camerlengo d'altronde fa di cognome Ventresca, come nel
"Codice da Vinci" il cardinale si chiama Aringarosa,
rivelando una passione sviscerata del nostro scrittore per
i pesci in barile…
I dialoghi del libro, quando l'autore decide di avventurarsi
nella nostra lingua, sono tragicomici: la metà delle
frasi che usa sembra tradotta con lo strumento per le lingue
di Google. Durante le frenetiche ricerche della bomba che
rischia di far saltare in aria tutto il Vaticano, una guardia
svizzera a un certo punto esclama "Continua cercando!"
e un'altra gli risponde: "Probasti il museo?".
Prima del conclave è l'ora dello "spazzare di
cappella", Olivetti accompagnando i protagonisti dal
camerlengo, il ciambellano del Papa, indica loro l'"Ufficio
di Papa”.
Questi dialoghi esilaranti oltretutto sono tra i migliori:
in alcuni punti Brown scade nella totale confusione, scrivendo
"if this guy disappears, we are fungito" (?) e
un "Non si può entrare. E' chiusa temprano",
che Vittoria Vetra prontamente traduce per Langdon in "closed
early". Insieme a questi, Brown dovrebbe spiegarci
cosa intendeva con uno "straniero crudo" e soprattutto
con "Era un bar-àrabo". Barbaro? Negozio
di bibite con proprietario arabo?
L’autore ha avuto qualche problema anche con quasi
tutti i nomi delle strade e gran parte dei monumenti. Concedo
la possibilità di planare con un parapendio di fortuna
centrando proprio l’isola Tiberina (dove riceve immediate
cure mediche, beato lui, senza fare neanche un po' di anticamera
in Pronto Soccorso...), James Bond fa ben di peggio nei
suoi film, ma come si può descrivere qualcuno che
nuota dentro la fontana di Piazza Navona, in trenta centimetri
d’acqua? E’ più profonda una vasca da
bagno!
Italo Calvino, che pure spesso ha piegato la sua penna a
raccontare storie surreali, come la storia di un visconte
tagliato a metà, o di un barone che trascorre la
sua vita senza scendere mai dagli alberi, scrive in “Lezioni
americane” che tanto più la storia è
incredibile, quanto più si deve rimanere attinenti
alla realtà e dettagliati nel descrivere i particolari.
Dan Brown dunque ci risulta un poco incredibile.
Viene da chiedersi se anche i parigini abbiano dovuto subire
questo trattamento nel Codice da Vinci: non lo sappiamo,
ma ci informeremo e vi faremo sapere!
Sonia Conversi |
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L'autore:
Nato a Exeter, nel sud del New Hampshire, il
22 giugno 1964, Dan Brown dopo i suoi studi all'Amherst
College e la laurea conseguita presso la Phillips Exeter
Academy si trasferisce in California per tentare la carriera
di pianista, autore e cantante.
Torna però nel New Hampshire nel 1993
e diventa docente universitario di inglese nella sua vecchia
scuola, la Phillips Exeter, dove anche il padre insegnava,
continuando nel frattempo ad approfondire i suoi studi di
storico dell'arte.
Dal 1996 si dedica a tempo pieno alla
scrittura.
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