IL
SOGNO DELLA CONTURBANTE SIGNORA
Al giornalaio la conturbante signora - cliente
con tette sciolte e cane da guardia al guinzaglio - chiede
se sia uscito l’ultimo numero della rivista di Moda,
che no, non è ancora uscito, così come non
lo è quello di Arredamento.
- Escono il sabato, signora, e le faccio notare che oggi
è venerdì.
- Uuuh!...Giàaa!...
- Stamattina la vedo un po’ confusa.
- E vero. Saranno sicuramente i postumi degli incubi che
mi hanno perseguitato nella notte.
- Oh, poverina. E di che incubi si è trattato?
- Sognavo di avere una torta di cioccolata davanti. Stavo
per gustarmela quando mi accorgevo che brulicava di scarafaggi.
Brrr!... Che ssschifo!... E poi sognavo di avere due pesci
bellissimi, grandi così, vivi, che stavano per morire.
Io mi disperavo perché, dopo tanti tentativi, non
sapevo cos’altro fare per mantenerli in vita. Che
angoscia!...
- Ce n’è da stendersi sul divano. Di uno psicoanalista.
- E per più di una seduta, direi. Ne sono anch’io
convinta.
L’appetitosa signora ha condiviso abbondantemente
la riflessione che ho esternato; mentre io percepisco che
si sta svolgendo tra tutt’e tre una speciale gara
di pesca all’amo, in cui però non è
ancora ben distinguibile il pesce dal pescatore. E tuttavia,
considerate le premesse, ritengo non essercene né
per il giornalaio né per me. Perché sebbene
possa essere (o proprio perché è) “verde”,
“animalista” e vegetariana scicchettona, questa,
mi dico in conclusione, è una di quelle tantissime
belle donne le quali non lasciano sfuggire all’autocensura
nemmeno il proprio inconscio.
Al che, sorridendo e salutando, esco col mio quotidiano
sotto il braccio tirandomi praticamente fuori da una competizione
prevedibilmente complicatissima e, per di più, con
una improbabilissima “torta” in palio.
Augusto Pantoni
(inedito 2001)
|