Da
casa delle streghe alla casina delle civette
Mi esprimerò per luoghi comuni, ma Roma
è una città bellissima. Anche abitandoci da
una vita, a passeggiare per le sue strade ci si sente un
po’ turisti. Anche se si ha un’improrogabile
impegno di lavoro o un appuntamento dal dentista, è
impossibile non rallentare il passo di fronte a certi monumenti,
a fontane o facciate di chiese che ti turbano e commuovono.
Ma Roma è anche una città oltre ad essere
un capolavoro, con i ritmi ed i problemi di una metropoli,
e la sua avvilente burocrazia. Per cui soltanto da l 997
quel piccolo capolavoro che è la Casina delle Civette
a Villa Torlonia è tornato al suo splendore dopo
anni di abbandono e incurie, lasciando pochi, profondi segni
che non ne alterano il fascino. E’ emozionante poter
percorrere il breve viottolo che dall’entrata della
Villa porta all’ingresso di questa piccola residenza
da fiaba, quando per anni si è potuto guardarla soltanto
da lontano, da dietro transenne consunte. Se ne vedevano
soltanto gli strani tetti spioventi e la sagoma bizzarra
che tanto la facevano assomigliare, cupa e fosca per la
patina del tempo, ad una casa di strega.
Un restauro reticolo e attento l’ha restituita allo
sguardo dei romani rivelandone la vera natura: la casa di
un uomo originale, amante della solitudine e degli elementi
crepuscolari: il principe Giovanni Torlonia.
La casina è infatti originale in tutto, a cominciare
dalle dimensioni, minime se si pensa che era residenza di
un principe, strutturata per ricevere solo pochi amici intimi.
Non c’è spazio per ospiti, soltanto per il
suo unico abitante, i suoi studi, i suoi libri.
Ci
sarebbe molto da dire sulla sua struttura, lo stile eclettico,
le splendide vetrate di cui si fa esempio e contenitore
ideale come museo della vetrata artistica, ma tutto sarebbe
riduttivo.
La verità è che Giovanni Torlonia
ha realizzato per sé un luogo magico, colmo di richiami
alla notte e alle figure che la abitano: civette e pipistrelli
erano gli elementi decorativi della camera da letto del
principe, eppure passeggiando per le stanze avvolti dalla
luce che filtra dalle magnifiche vetrate il sentimento che
se ne ricava è di tranquillità e gioia e bellezza.
Le vetrate che si aprono sui muri come immagini della ansia
sono piccoli capolavori di perfezione che lasciano senza
fiato, soprattutto quelle disegnate da Cambellotti, come
“il chiodo” o “i migratori”: la
geometria che si fa movimento, vibrando con la luce; la
leggerezza delle figure trattenuta dall’ordine delle
linee sono una gioia per gli occhi, rendendo la visita a
questo luogo incantato un’esperienza davvero unica.
Da non perdere: la piccola balaustra sul retro della residenza,
ornata da quattro chiocciole in marmo, infantile ma deliziosa.
Sonia Conversi
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Museo della Casina delle Civette
Villa Torlonia, Via Nomentana, 70
00161 - Roma
Il parco di Villa Torlonia ospita due musei: la Casina
delle Civette e il Casino dei Principi.
La Casina delle Civette spicca per la sua originalità.
Ideata nel 1839 dall'architetto Giuseppe Jappelli come capanna
svizzera, divenne in seguito residenza privata del principe
Giovanni Torlonia e costituisce un prezioso esempio dell'eclettismo
romano. Il suo nome è legato al ricorrere di elementi
decorativi ispirati al tema della civetta e di altri uccelli
notturni. Le vetrate originarie, di cui la casina è
ricchissima, sono state realizzate in gran parte da Cesare
Picchiarini che le eseguì tra 1910 e 1925 su disegni
di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi e Paolo Paschetto.
Dall'apertura al pubblico, nel 1997, come spazio museale,
la collezione originaria della casina è stata arricchita
con vetrate degli stessi autori e con disegni, bozzetti
e cartoni preparatori provenienti, in gran parte, dagli
archivi Giuliani, nota bottega vetraia romana. Attualmente
è sede di un museo dedicato alla vetrata artistica. |