Uomo
e superuomo
Il protagonista de “La fonte meravigliosa”
non è un uomo. E’ un eroe. Una figura mitologica
che vive ignorandogli schemi, le consuetudini, le opinionie
i giudizi degli altri. Howard Roark è una persona
libera. Nel più profondo e vero senso della parola.
E per questo è fastidioso. Certo leggendo ci si sente
coinvolti nelle sue battaglie, si soffre con lui per il
suo amore complicato ma tenace con la bellissima Dominique,
per l’ingiustizia e l’incomprensione che sembrano
perseguitare il suo lavoro, ma mai completamente. Un uomo
che non ha mai dubbi, mai incertezze, che ha sempre la sua
strada dritta davanti a sé, che non si fa mai influenzare
da niente, neppure dal giudizio delle persone che ama, non
è un uomo e neppure un eroe, ma un dio. E le storie
di dei non hanno mai colpito molto i comuni mortali. Rimane
in chi legge una più vivide simpatia per Dominique,
che compie un cammino doloroso e a tratti incomprensibile,
per essere degna del suo eroe, o Gail Wynand, che cercherà
inutilmente di assomigliare al suo inarrivabile esempio.
I giudizi della Rand sono sottili e sferzanti, e il libro
presenta molti spunti di riflessione. Sa esporre con un
linguaggio piacevole ed una prosa elegante concetti filosofici
complicati e quantomeno originali, ma validissimi, tanto
quando è stato scritto il romanzo, nel 1943, quanto
se non di più oggi.
La nostra società infatti è un inno ad apparire,
a costruire la nostra immagine secondo canoni di bellezza
creati da altri, fino all’assurdità di una
chirurgia, plastica appunto, in grado di modificarci fintamente
secondo le mode.
La televisione è un mezzo fantastico per uniformare
gusti, giudizi e pensieri (altro che stampa, quanto sarebbe
piaciuta a Tookey la nostra tv…) livellando, cancellando,
annientando l’individualità, trattandola come
una malattia da estirpare.
La Rand invece in tutta la sua opera esalta proprio l’individuo
e il suo egoistico diritto ad essere sé stesso, a
difendere le sue idee e il suo pensiero, il suo diritto
ad essere felice vivendo a modo suo, non come parte di un
ingranaggio, ma imponendo la sua individualità.
La fonte meravigliosa infatti non è altro che la
mente umana, che, lasciata libera di esprimersi, è
capace di creare meraviglie, di generare il progresso, e
il libro infatti si fa leggere e piace proprio per questa
sua vena di inarrestabile ottimismo e fiducia nell’individuo
e nella sua capacità di imporsi come fautore del
proprio destino.
Più ostico è il concetto parallelo che si
va dipanando nel romanzo, di profonda critica all’etica
dell’altruismo, rappresentata da Ellsworth Tookey,
personaggio eccezionale, il male nella sua espressione più
cupa e pura, simile a un buco nero che inghiotte l’energia
prodotta da ogni fonte zampillante di meraviglia.
Soltanto nel 1999 in Italia viene pubblicato il saggio della
Rand “La virtù dell’egoismo” in
cui sviscera i concetti che troviamo espressi nel romanzo:
l’uomo non è al servizio della società,
non è un ingranaggio all’interno di un sistema
che lo controlla. La società piuttosto è un
insieme di singoli individui che esercitano il loro diritto
a vivere felici e ad avere per se stessi il meglio agendo
secondo giustizia.
«Non si tratta di scegliere tra il sacrificio di sé
e il dominio sugli altri, ma tra indipendenza e dipendenza
(...) L'egoista è colui che ha rinunciato a servirsi
in qualsiasi forma degli uomini, che non vive in funzione
loro, che degli altri non fa il primo motore delle proprie
azioni, dei propri pensieri e desideri, che non ripone in
essi la fonte della propria energia (...) L'uomo può
essere più o meno dotato, ma ciò che resta
fondamentale è il grado di indipendenza al quale
è giunto, la sua iniziativa personale (...) L'indipendenza
è il solo metro con cui si possa misurare l'uomo.
Ciò che un uomo fa di sé e da sé e
non ciò che fa o non fa per gli altri (...) Il primo
diritto dell'uomo è quello di essere se stesso e
il primo dovere dell'uomo è il dovere verso sé
stesso. Principio morale sacro è quello di non trasferire
mai sugli altri lo scopo della propria vita. L'obbligo morale
più importante dell'uomo è compiere ciò
che desidera a condizione, prima di tutto, che quel desiderio
non dipenda dagli altri" (La fonte meravigliosa)
Sarebbe bello se fosse possibile, ma siamo soltanto uomini.
Sonia Conversi |
Titolo
originale : The Fountainhead
Autore: Ayn
Rand
Editore:
Corbaccio
Pagine:
683 |
L'autrice
Ayn Rand (2 febbraio 1905-6 marzo 1982) alla nascita Alissa
Zinovievna Rosenbaum, nota grazie alla corrente filosofica
dell'Oggettivismo e per i suoi romanzi La fonte meravigliosa
(titolo originale "The fountainhead") e La rivolta
di Atlante (titolo originale "Atlas Shrugged").
La sua filosofia e la sua narrativa sottolineano, soprattutto,
la sua concezione di individualismo, egoismo razionale ("interesse
razionale"), e capitalismo. Convinta che il governo
ha un ruolo legittimo ma relativamente ridotto in una società
libera, non si riconobbe nell' anarchismo, ma più
nel minarchismo (sebbene non utilizzò mai questo
termine). In Italia in particolare fu considerata dopo gli
anni '80 tra le influenze rilevabili negli anarco-capitalisti.
I suoi romanzi si basarono sull'archetipo dell'eroe Randiano,
un uomo la cui abilità ed indipendenza causa un conflitto
con le masse, ma che persevera ciononostante per sviluppare
i suoi valori individuali. Rand vide in questo eroe l'ideale
ed elevò ad espresso scopo della sua letteratura
l'esposizione della natura di tali eroi. Credeva che:
1. L'uomo deve scegliere i suoi valori e le sue azioni tramite
la ragione;
2. L'individuo è dotato di un diritto di esistere
fine a sé stesso, che non prevede né il sacrificio
di sé stesso a beneficio degli altri né il
sacrificio di nessun altro a suo vantaggio;
3. Nessuno ha il diritto di esigere il rispetto dei valori
dagli altri tramite la forza fisica, o di imporre idee agli
altri tramite la forza fisica.
La trama
Ispirata a Frank Lloyd Wright, il genio americano dell'architettura,
autore di capolavori come il museo Guggenheim, è
la storia di Howard Roark, giovane architetto di talento,
deciso a rinunciare a fama e carriera e a lottare contro
i pregiudizi e le convenzioni, pur di affermare il proprio
genio. Nella sua battaglia contro lo status quo e per il
diritto all'arte vera, libera e creatrice, Howard si imbatte
in ogni variante di corruzione umana, inclusi un rivale
senza scrupoli e privo di morale, Peter Keating e un potente
editore, Ellsworth Tookey. È anche la storia di un
amore contrastato, struggente e impossibile che si intreccerà
indissolubilmente con la vita e la carriera di Howard.
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