LA
NATURA DELL’ARTE
È strano come nell’era della comunicazione
spesso si scopre una certa ritrosia ad informare sulle iniziative
dell’arte contemporanea “ufficiosa”, specialmente
quando sono delle mostre che coniugano la creatività
con l’impegno sociale.
Una di queste esperienze espositive è dedicata al
rapporto dell’umanità con la natura ed è
stata allestita nel piano superiore della nuova biblioteca
del neo restaurato Casale del Giannotto, nel Parco del Pineto.
Anche se, per rispecchia meglio la mostra, nel titolo vorrebbe
essere sostituito il “della” con “sulla”,
perché le sei opere proposte dal gruppo Arte per…,
tra simbolismo e raffigurazione, evidenziano la mancanza
di rispetto che l’uomo ha per la terra.
La mostra si apre con un drappo a rombi, realizzato da Giovanna
Gandini e srotolato in diagonale, sul quale sono posti dei
mucchietti di riso, per omaggiare “L’oro della
terra”, i suoi doni e la fatica per poterne godere.
In un angolo, nella stessa sala, Stefania Di Lino interviene
con i suoi vacanzieri inscatolati nel “Club Mediterrané”.
Nello spazio accanto, Simona Sarti raccoglie l’iconografia
occidentale e orientale sulla Natura della Madre per una
“Preghiera di una Madre”. Al centro della stanza
una corona di fiori secchi e nel mezzo, in piedi a modo
di libretto, dei cartoncini dipinti e feriti dal fuoco per
“Il racconto della palma e delle rose” interpretato
da Carla Cantatore. Mentre Maria Luisa Ricciuti propone
una granitica tazza con all’interno una testa per
“Ermini nel caffè”. Tra due finestre,
nell’angolo, Venera Finocchiaro ammonisce, con un
gatto in gesso e una sfera di terracotta al naturale, di
“Non giocare con la Terra”. Il gatto è
intento a sferrare un salto sulla terra-gomitolo con tracce
di vegetazione. Addossato alla parete il “Condominio”
visto da Giorgio Fiume: un susseguirsi di caselle, per delineare
un ?, con nasoni e teschi di gesso, intervallati da ramati
occhi per evocare Horus, ogni elemento è collocato
nell’interno di ogni celletta.
Sarebbe lungo analizzare e filosofeggiare su ogni singola
opera, basti pensare al ruolo dell’arte che non è
solo fine a se stessa, ma può essere un’occasione
di riflessione sui diversi aspetti del quotidiano e della
qualità della vita. Un’arte perché tutti
i diritti siano il pane quotidiano, come il telefonino alla
moda e le braghe calate.
Gianleonardo Latini
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