UN’INIZIATIVA
OLTRE I LIMITI DEL CINEMA IN ITALIA
L’Associazione Culturale Apollo 11, sede
della Doc/it (Associazione Documentaristi Italiani) nella
capitale, ha realizzato in collaborazione con l’Académie
de France a Rome un’importante iniziativa a favore
della promozione del cinema documentario di qualità.
A questo scopo sono stati dedicati quattro giorni (da martedì
13 a venerdì 16 giugno) alla proiezione in anteprima
a Roma dei film di Lech Kowalski, vincitore con il suo “East
of Paradise” della prima edizione del premio doc/it
assegnatogli nell’ambito della Mostra del Cinema di
Venezia 2005 e documentarista tra i più stimati al
mondo, il cui cinema provocatore, ribelle e anarchico, come
del resto anche quello di tanti altri registi anticonformisti
di grande talento, non avrebbe altrimenti potuto avere la
possibilità di essere diffuso in Italia.
Nell’ambito dell’evento, in cui il pubblico
ha avuto la possibilità di interagire con l’autore,
sono stati proiettati i sei documentari, scelti tra tutta
la sua produzione, più adatti a trasmettere l’essenza
dell’arte indipendente, libera e provocatrice di questo
controverso regista underground. In “East of paradise”
(“A est del paradiso”, 2005) film vincitore
del premio doc/it presentato nella serata di apertura, Kowalski
analizza la propria vita di uomo e artista attraverso il
ricordo della deportazione in Siberia di sua madre durante
la Seconda guerra mondiale: questo loro “raccontarsi”
si trasforma in un grande racconto dal significato universale.
“On Hitler ’s Higway” (“Sull’autostrada
di Hitler”, 2002) è invece un viaggio sulla
più vecchia autostrada della Polonia, in cui il regista
dà voce ai cosiddetti “nessuno”: diseredati
che vivono ai margini delle grandi città.
Le ultime due serate sono state dedicate a documentari in
cui l’artista manifesta il suo profondo interesse
nei confronti della subcultura punk e dei gruppi punk-rock.
“The boot factory” (“La fabbrica di stivali”,
2000) è incentrato su un gruppo di punk calzolai
di Cracovia. In “D.O.A. A right of passage”
(“D.O.A. Un diritto/rito di passaggio”, 1981)
Kowalski documenta invece il primo tour americano dei Sex
Pistols del 1978 allo scopo di realizzare un’analisi
del movimento punk D.O.A.. Il film di chiusura dell’evento
è stato “Hey! Is Dee Dee home?” (“Hey!
Dee Dee è in casa?”, 2003) documentario realizzato
a partire da un’intervista registrata nel 1992, in
cui Dee Dee Ramone, chitarrista dei Ramones, famoso gruppo
punk-rock degli anni ’70, racconta il periodo del
punk e la sua dissoluta e autodistruttiva vita tutta sesso,
alcol e musica. Infine, sempre nell’ambito della serata
conclusiva, in un fuori programma, Kowalski attraverso la
proiezione di un corto della durata di venti minuti circa
ha invitato il pubblico a riflettere sui lati oscuri e le
contraddizioni del falso patriottismo della società
statunitense, divenuti ancora più evidenti dopo gli
eventi dell’11 settembre 2001.
Quello promosso dall’Associazione Culturale Doc/it
è un evento di estremo interesse che dà la
speranza di una diffusione più ampia in Italia di
documentari di qualità, fino ad oggi ostacolati dalla
staticità e dal conformismo a cui purtroppo sono
ancora legati molti circuiti del cinema italiano. Sicuramente
con questa iniziativa è stato fatto un importante
passo avanti: una finestra su un mondo affascinante ancora
tutto da esplorare.
Ester Carbone
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