VERSO
UNA NUOVA TEORIA DELLA GUERRA
L’autore (n.1950) è ordinario
di Filosofia all’Università di Barcellona e
questa è la sua prima opera tradotta in italiano.
Si occupa da sempre del potere e delle modalità con
cui si esercita e si espande e il suo pensiero è
caratterizzato da un solido impianto teoretico. Questo lo
differenzia molto dalla produzione intellettuale corrente
– spesso superficiale ed estetica – su Terrorismo
e Potere dopo l’11 settembre 2001. L’evento
ha infatti prodotto una letteratura teorica notevole ma
schematica: a parte i tentativi di dimostrare che gli Americani
gli aerei se li sono lanciati addosso da soli (esistono!),
penso a filosofi come Jacques Derrida e Jurgen Habermas.
Derida descrive i fatti dell’11 settembre come malattia
insita nella stessa cultura occidentale. Habermas invece
adduce il dramma all’assenza di comunicazione tra
Occidente e resto del mondo. Ma allora tanto vale considerare
l’attentato alle Torri Gemelle come un grandioso happening,
come ha pure azzardato qualche artista contemporaneo. Lopez
Petit va invece oltre: codifica l’evoluzione dello
Stato-guerra (non in guerra, si badi) come uno stato senza
più un fuori. A quel punto si può identificare
l’altro come nemico. Ma ogni altro è nemico.
Quindi si può dichiarare guerra all’esterno
(ma è un generico Islam radicale) e all’interno
(ai dissidenti, o anche a chi non vuole cedere parte della
propria libertà alle esigenze dell’antiterrorismo.
Vista dall’altra parte: il nemico può essere
dappertutto, e ne sanno qualcosa i soldati degli eserciti
regolari. Poche cose spiazzano la razionalità come
la mancanza di confini, e non solo nel campo militare. E’
chiaro che lo strumento militare tradizionale è non
solo inadeguato sul terreno, ma concettualmente superato:
l’11 settembre non cambia solo le forme della politica
e della guerra, ma anche la stessa società. E non
solo la nostra: Petit affronta anche il tema della novità
del martirio in un’ottica più ampia, ben distinguendo
tra il gesto nichilista e il più rivoluzionario gesto
radicale. E come uscire da questo vicolo cieco? Petit ci
offre una soluzione: un pensiero capace di liberare il sociale
dalla retorica politica, attraverso il querer viver, la
volontà di vivere.
Sia chiaro che quanto detto sopra non è
espresso sempre in modo lineare. Il libro condensa in cento
pagine almeno due corsi universitari e alcuni passaggi logici
sembrano per questo oscuri. Da un punto di vista militare,
Lo Stato guerra si potrebbe definire un coefficiente balistico
ridotto. Ma ha il pregio immenso di elaborare una nuova
teoria della guerra.
L’edizione italiana contiene inoltre
una prefazione dell’autore e una postfazione scritta
con Maria Garcés, contenente alcune osservazioni
sull’attentato dell’11 marzo 2005 a Madrid.
Marco Pasquali |
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Titolo:
El Estado-Guerra, 200
Autore: Santiago
Lopez Petit
a cura di Marco Caponera
trad. di Saida Volpe
Editore:
Roma, le nubi, 2005
IX, 101 p. ; 20 cm.
collezione: Edipo 3
Pagine testo
ISBN 88-89616-03-2
Prezzo
10,00 euro
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